Claudia Ottavia, “Amore e rivolte”: la recensione

Amore e Rivolte è il titolo del nuovo album di Claudia Ottavia, fuori su tutte le piattaforme digitali da martedì 9 settembre. In dieci tracce la cantautrice analizza, tra provocazione e poesia, le contraddizioni del presente, cercando di reagire a esse con la bellezza delle piccole cose e la consapevolezza che serva comunicare il proprio dissenso. Sono infatti le emozioni autentiche del quotidiano, la capacità di ritagliarsi dei piccoli momenti per se stessi a salvarci dal caos di un mondo che si vuole sempre iperconnessi e performanti. 

Allo stesso tempo, la generazione di cui parla è vittima di un sistema opprimente da cui è necessario ribellarsi, con dei modelli imposti che ci impediscono di sentirsi a proprio agio in mezzo alla gente e la disillusione come ostacolo per costruire un futuro migliore e all’altezza dei propri sogni. In una società che premia le copie, la verità e la fedeltà alle proprie idee è una presa di posizione che costa ma che paga.

Claudia Ottavia traccia per traccia

Pianoforte e intensità a inizio disco: ci sono considerazioni personali e generali che popolano il testo di Io mi prendo un cane, presto sorretta anche dagli archi, con la possibilità di ampliare sensazioni e suoni nella seconda parte del brano, fino a sfociare in un flusso di coscienza.

Un tocco di danza e di tropicalità caratterizza invece Burocrazia, che viaggia per contrasti: le noie delle procedure si trasformano in un brano ballato, colorato e divertente. Un po’ più amara Vomito, che comunque si occupa di problemi contemporanei con un altro pizzico di ironia, anche nello stile del cantato.

Piuttosto soffocante l’atmosfera di Animall, fitta di rime e quasi hip hop. FIltra maggiore dolcezza in Amore imbranato, che celebra la partenza di un sentimento ma con toni molto sobri, perfino malinconici.

Un paio di vaffanculo aprono Va tutto bene, quasi metal nel dimostrare aggressività verso le aspettative della società, che sono spesso al centro delle canzoni di questo disco. Si ritorna alla melodia con Piccole cose, che ragiona su un ottimismo che arriva da lontano, interloquendo anche direttamente con chi ascolta.

Desiderio si fa fiammeggiante ed elettronica, con tentativi di fuga, soprattutto per colpa della noia. Trapperisti, con Ruido ZC, si cimenta in ambiti differenti, facendo un po’ la morale soprattutto ai trapper di successo.

La chiusa dell’album viaggia in tutt’altro senso con Fiori nel cemento, un recitato poetico su note di pianoforte, per parlare di “un sistema in crash totale”.

Il cantautorato di Claudia Ottavia assume forme multiple e sfaccettate, con il pop sempre presente ma anche tendenze che viaggiano in molte direzioni. E la cantautrice riesce a gestire il tutto con ottima personalità, completando un album molto ricco e particolarmente significativo.

Genere musicale: cantautrice

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Pagina Instagram Claudia Ottavia

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