Dopo aver anticipato il nuovo corso con il singolo Frank, i Mondoplastico tornano con il loro secondo lavoro: Nessun Futuro, Nessun Peccato, sei brani intensi e diretti, in uscita su Plastic Records.
Registrato in totale autoproduzione dalla band, mixato e masterizzato da Antonio “Totonno” Nevone ai Duff Records, il disco conferma la natura DIY del gruppo, che si affida per grafiche, visual e canvas ad Alessandro Forroia e per la copertina all’artwork di Nardino Fresu e Shania Mertanadi.
Il cuore del nuovo album batte attorno a due tematiche centrali: lo Stato e la religione come forme di oppressione. Il primo opprime corpo e mente, la seconda l’anima. Un filo rosso che attraversa testi e sonorità, senza mai trasformarsi in predica ma restituendo la realtà vissuta dalla band e lasciando all’ascoltatore la libertà di trarne il proprio significato.
La nostra musica riflette sempre quello che stiamo vivendo e provando in quel momento. La maggior parte delle volte riconosciamo il vero significato di un brano solo dopo averlo scritto. Per noi è fondamentale che chi ascolta possa trovare dentro di sé il significato e le proprie risposte, a prescindere dall’idea iniziale dell’artista. Un pezzo ha valore solo quando innesca un pensiero o un’ispirazione in qualcun altro
Mondoplastico traccia per traccia
Apertura rapida con Pelle dentro, che spalanca le porte a colpi di chitarra, per poi iniziare un martellamento furente: si parla di stelle, di ombre, di odio e di potere alle masse in un’apertura bruciante per il lavoro.
La situazione non si placa con Frank, invettiva ancora più furibonda che, come si diceva, ha segnalato anche il cambio di passo della band. Il divario tra libertà e potere costituito è al centro di un altro pezzo violentissimo e molto potente.
Appena più ragionati i ritmi di Arcobaleno nero, che comunque rimane in ambito heavy/punk, con un fluire continuo e rumoroso. L’atteggiamento trasmesso dal testo è sempre aggressivo e sempre sul pezzo, con un coro furibondo verso il finale.
Anche Santa Muerte prevede dei cori, che fendono le schitarrate e il ritmo folle del drumming. Immagini di un carnevale triste e citazioni leopardiane per un pezzo fluido e ben coordinato.
Abbastanza chiari i messaggi di Preterasta, gioco di parole che fa riferimenti a ben noti (e molto ignorati) casi di cronaca clericale che spuntano periodicamente in tutto il mondo, con protagonisti “diavoli in tunica nera”: “iene divorano i puri“. Si chiude con una breve e più rallentata, ma non certo più morbida, Ogni singolo chiodo ingoiato.
E’ sempre il “no future” di stampo sexpistolsiano a guidare le idee del punk e di tutto quello che è successo dopo. Ma i Mondoplastico al loro “Nessun futuro” aggiungono un “Nessun peccato” che accorpa alle zero prospettive che ci fornisce la società contemporanea anche un laicismo che è, ora più che mai, necessario.
Un lavoro breve ma intensissimo convoglia una serie di messaggi politici (ah, ma allora si può fare ancora) molto diretti e molto ben orientati, attorniando il tutto con sonorità roboanti e vertiginose, a sottolineare ma anche a evidenziare la potenza del messaggio.
