Il primo ep di Ale Rossi, intitolato “Orbita” contiene sei tracce che condensano anni di esperienza sui dancefloor internazionali, collaborazioni e viaggi, offrendo un’identità musicale coerente e riconoscibile. L’uscita segna l’inizio di una nuova fase della sua carriera, in cui Ale si racconta direttamente attraverso le proprie composizioni originali.
Ale Rossi è un artista emergente con un percorso definito e una visione chiara. Nato come dj, si è fatto notare grazie a edit e remix che hanno raccolto centinaia di migliaia di plays e download, conquistando il supporto di artisti come Diplo, Jyoty, Joy Orbison e Jarreau Vandal. I suoi suoni hanno raggiunto palchi prestigiosi come Tomorrowland e Boiler Room, e sono stati trasmessi su radio internazionali come BBC Radio 1 e 1Xtra.
Ale Rossi traccia per traccia
Con un contorno piuttosto evidentemente immerso in idee tropicali, Chama apre il lavoro con ritmi molto serrati e una direzioni molto chiara e definita, mantenendo alta la tensione dall’inizio alla fine.
Loop vocali e bassi protagonisti anche in Ginga bass, che spinge ancora di più sui ritmi e nel proprio lavoro di decostruzione melodica. Ispirazione iniziale religiosa quella di Novena, che però si trasforma presto in una danza tribale piuttosto sfrenata.
Palette sonora più vasta e anche più sfumata quella che si presenta in Nyota, sempre preda dei ritmi, ma anche capace di articolare suoni in svariate direzioni. Sonidero apre con un canto molto latino, per immergersi poi in dinamiche sempre molto vertiginose e ipnotiche. Si chiude con Ta Ligado che intercetta e ridistribuisce vibrazioni di diverse provenienze.
Colpisce in modo positivo il modo in cui Ale Rossi fa dialogare il mondo latino più profondo con ritmiche dance nordeuropee, tenendosi sempre le mani libere dal punto di vista creativo e dinamico. Un ottimo lavoro.
