Coma_Cose: la degustazione verticale

E così è finita: le voci si rincorrevano da tempo, ma ci siamo rifiutati di crederci per un po’. California e Fausto hanno preso strade, personali e professionali, diverse, e così i Coma_Cose non esistono più.

Intendiamoci: per certi versi hanno proposto tutto quello che potevano proporre. Dopo la fase indie, che è stata senza dubbio la migliore, c’è stato il pop sanremese, interpretato comunque sempre in modo intelligente e ironico, comprendendo i meccanismi della grande macchina dell’Ariston e giocandoci per ottenere un successo che, quando tutto è cominciato e i due rappavano canzoni improbabili nella periferia milanese, era del tutto imprevedibile.

E ora che succederà? Presumibile che le due carriere corrano parallele. Magari California tornerà verso l’hip hop (difficile) magari evolverà in una cantautrice a tutto tondo. E Fausto? Non tornerà di certo Edipo, come agli esordi. Continuerà a scrivere canzoni. E quando parlerà d’amore saremo tutti a interpretare i segnali, pensando che stia parlando di Francesca, anche se magari invece no.

Anima lattina, “Inverno ticinese” (2017)

Con una lattina come calice“: la trilogia di video delle tre canzoni contenute nell’ep Inverno ticinese è tutta ambientata nello stesso ambiente tutto bianco con il divano nero, con gli stessi protagonisti e inquadrature simili. Fausto e California (ossigenatissima e con i capelli più corti che mai) si passano il microfono e ogni tanto ospitano sul divano tre personaggi singolari, mentre sono inquadrati con la steadycam in un lungo piano sequenza.

Anima lattina è sicuramente la più ispirata e significativa delle tre e mostra il lato malinconico del duo, con i riferimenti a Battisti e qualche dettaglio autobiografico che emerge, come le famose mani del padre di California, grandi come le zampe di un leone, sul volante dell’auto che porta verso Jesolo.

Post concerto (2018)

Io rimango fino a quando non accendono le luci: è probabilmente Post concerto il punto più alto della produzione dei Coma_Cose. Una canzone perfettamente pop, con un ritornello che conquista subito, ma senza banalità e con una quantità di trick verbali che sembra una gara di skateboard (“fame chimicapisce“, “can che abbaia non Moroder“, “se mi taglio una cipolla piange” e via discorrendo). E il video non è da meno: scritto e diretto da Fausto, ambientato per lo più al complesso residenziale Monte Amiata a Milano, con le inquietanti signorine con le parrucche color rame all’inizio, il giro a caccia di vinili di Fausto, il finale “noir” e vintage.

L’addio, bonus in “Un meraviglioso modo di salvarsi” (2023)

Alla fine era tutto già prefigurato qui, ne L’addio: la canzone presentata al Festival di Sanremo nel 2023 racconta già tutto quello che sarà, con due anni di anticipo. “Nel camerino il pianto cola il trucco/Restare zitti per non maledirsi/Come un silenzio che racconta tutto/La cicatrice quando togli il piercing“: lavorare insieme è difficile e complica la vita di coppia, mescolando incomprensioni, ego, frizioni, voglia di stare comunque insieme perché “l’addio non è una possibilità“. Almeno fin quando poi lo è, perché diventa l’unico (non) meraviglioso modo di salvarsi.

Cuoricini, “Vita fusa” (2025)

E arriviamo a un attimo fa: era Sanremo, era il trionfo commerciale, era il tormentone più azzeccato del Festival. Ma Cuoricini è anche il preannuncio dello scioglimento, soprattutto se lo si guarda ora: al di là del ritornello finto superficiale che è l’unica cosa che colpisce l’ascoltatore occasionale, tutto il testo, tutto il video, tutta la performance sul palco parla di crisi e separazione. Molto più de L’addio, che in fondo parlava di una riconciliazione. Perfino nel mimare un cuore i due prendono direzioni opposte, in un brano che racconta come “un divano e due telefoni, è la tomba dell’amore“: e viene da pensare al divano di Anima lattina, quando invece le cose erano del tutto differenti.

Il clip del brano conferma e rafforza il discorso: grandi cuori di plastica, Fausto suona la “diavoletto” mentre Francesca vestita di bianco tipo sposa, ma con un tocco di inquietudine, canta dei cuoricini social che tolgono la voglia di sbagliare. E aggiunge: “Poi mi uccidi, poi mi uccidi/Quegli occhi sono due fucili, due fucili“. Altro che cuoricini.

Pagina Instagram Coma_Cose

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