Vita bellissima è il primo album del cantautore, autore e polistrumentista Montegro, che unisce l’anima narrativa della canzone d’autore con sonorità pop e contemporanee. Una cifra che gli è valsa una menzione speciale del Club Tenco per Occhi stanchi, nell’ambito di Musica Contro Le Mafie, una collaborazione con Max Gazzè sul brano Un’altra adolescenza e ha preso forma nell’ep Fare di meglio (2024), presentato con numerosi live nei principali club italiani.
“Vita bellissima” è nato dal bisogno di spogliarmi dall’eccesso e tornare a un suono essenziale, più autentico con chitarre, bassi, fiati e ritmiche nude, lavorati insieme al mio produttore Antonio Di Santo, come quando da ragazzi suonavamo in garage. Il titolo è una provocazione: viviamo in un’epoca che ci bombarda di immagini perfette, tanto da renderci ciechi di fronte a ciò che ci circonda. E allora questo disco diventa un invito a riascoltare la realtà per quello che è, cruda e imperfetta, ma per questo autentica
Vita bellissima è un concept album composto da otto brani dalla matrice stilistica comune: il progetto nasce dall’esigenza di esplorare nuovi linguaggi rispetto ai lavori precedenti, con una scrittura che prende ispirazione dalla chitarra classica e dalla musicale popolare spagnola, reinterpretate in chiave contemporanea. I testi affrontano temi che spaziano dalla quotidianità alle relazioni sentimentali, fino alla ricerca di un’identità personale e alle contraddizioni della società odierna.
Montegro traccia per traccia
Chitarra spagnoleggiante in tema di flamenco apre Benedetta Malinconia, che poi si allontana da Segovia e si avvicina a un pop più torrenziale e contemporaneo. La vita spacca mentre si rimpiange e si insegue una lei che non si trova più.
Nostalgie animano anche Abbracci da via Casilina, un po’ più aperta e corale, mentre balla in modo controllato. I ricordi si allineano, anche se tutto rimane come prima.
Punti di riferimento da calciomercato quelli che aprono Vita bellissima, title track che aggiunge ulteriori sapori latini e nuovi dettagli sulla relazione finita, con un paio di accenni romani a colorare il brano.
Punteggiata di percussioni, ecco Cerco di te, che parla di amore e di gente che sta bene solo di venerdì. La chitarra apre anche Tuttobanale, che si concentra sui vizi mentali sui quali siamo mollemente adagiati, mentre c’è chi si sbatte per noi: “La tua esigenza più grande è la batteria di un cellulare“.
Una mezza citazione da Paolo Conte e un ambiente romano (più altre reference calcistiche) aprono Grattarti la schiena, che si concentra sulla gioia delle cose piccole.
Ritmi evidentemente alti in Ci balli su, gonfia di desideri, forse non tutti appagati. Si chiude con un alto tasso di malinconia, sciolta in un brano acustico ma mosso come Facciamo di peggio, che però chiede “la parte migliore di te“.
Confesso che la combo fra le parole “latin” e “pop” è tra quelle che odio di più al mondo. Ma Montegro riesce a fare andare d’accordo i due concetti, aggiungendo vaste dosi di cantautorato “dinamico”, per un disco sfaccettato e “pensato” senza essere mai pesante.
