La ragazzina dai capelli rossi, “Todestrieb”: la recensione

ragazzina dai capelli rossiCi si era occupati della Ragazzina dai capelli rossi, band bolognese nata nel 2013, circa un anno fa, in occasione del promettente ep Dormire soli (qui recensione e free download). La band, che all’epoca era un trio e oggi un quartetto, “ruba” il nome alla ragazza amata da Charlie Brown dei Peanuts, simbolo di inafferrabilità eterna.

Oggi il gruppo arriva a un lp, Todestrieb, di nove tracce tra elettricità, elettronica e canzone d’autore, pubblicato da Diavoletto Netlabel. Il titolo, che per ore abbiamo provato ad anagrammare cercando inutilmente un significato, in realtà è il termine utilizzato da Freud per indicare la pulsione di morte.

La ragazzina dai capelli rossi traccia per traccia

In Pioggia Rossa apre l’album con il pianoforte, ma non è proprio tutto gentilezza e melodia. Anzi il pezzo si dimostra disperato sia per un testo a volte lacerante, sia per sonorità che si fanno via via più aggressive. Il pianoforte forse è più simbolico dei contrasti, bianco/nero, piano/forte, che caratterizzano canzone e disco.

In un crescere di drumming e di elettronica ecco poi Gargoyles. Brani di electro-rock e stralci di pop d’autore si incrociano nei giochi di luce del trio. Tutto era vivo mette in evidenza il recitato drammatico di Mario Monaco, che riporta alla mente qui e là Massimo Volume e Teatro degli Orrori. Tra riferimenti a Salinger e crescendo emotivi, ecco Cos’è il Male.

Si prosegue senza pause con Lettera, che prosegue sul filone malinconico e non troppo aggressivo. Ciononostante il racconto che caratterizza il testo non si tira indietro di fronte a immagini forti. Dormire soli, che si intitola come l’ep precedente, è tra le più veloci del disco, con il recitato che quasi sconfina in rap, e con un testo piuttosto “battiatiano”.

Sembra suggerire un momento di pausa l’incipit di Cosa sia andata a cercare. Ma è un inganno: nonostante il pianoforte che torna morbido, la canzone procede a ondate, tra sussurri, mormorii, voci di bambini e improvvise ventate particolarmente veementi. Vivian sconfina in paesaggi oscuri, notturni e minacciosi, in un brano dedicato alla poetessa Vivian Lamarque. Il disco si chiude con La Neve Guarirà, che gioca di sottigliezze e sfumature.

La caratteristica principale del disco della Ragazzina dai capelli rossi sembra il rimpianto. Ma non c’è nulla da rimpiangere in un disco ben scritto, ben eseguito, ispirato e ricco di spunti originali. Intelligenti senza essere pedanti, i testi si incastrano perfettamente con sonorità presenti ma non invadenti.

Se ti piace La Ragazzina dai capelli rossi assaggia anche: Titor

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