Was, “Sunday”: la recensione

wasSi chiama Sunday il nuovo disco di Was, in uscita il prossimo 11 ottobre. Frutto di uno sforzo corale (DeAmbula, Costello’s, Tiny Speaker), l’album rappresenta il tentativo di far convivere generi differenti, dall’electro-ambient al pop.  Al disco hanno collaborato Mauro Vacca e Roberta Etzi (già Pussy Stomp) che seguono Was anche in dimensione live. Il disco è stato missato dallo stesso Was, con l’aiuto di Daniele Murgia, che ne ha anche curato il mastering.

Was traccia per traccia

A Swamp apre il disco tra sussurri vocali ed elettronici, in un’atmosfera ovattata e piuttosto soft-electro. Marten prosegue con un ‘attitudine morbida e un’ambientazione tra folk e psichedelia. Si rimane in locali morbidi, fin quasi all’easy listening, con Funny Mate, popolata di suoni sintetici plastici e non invadenti.

Take cover prende una forma diversa, con una ritmica più martellante e ripetuta, pur fra nuvole di ovatta che ogni tanto si presentano. Anche The Old and the New gioca con il drumming, sconfinando in territori che non assomigliano più al pop.

Sleep riprende una certa patina vintage, per un brano movimentato ma ancora morbido. Si va di chitarra acustica nell’apertura di In This Shore, accompagnata da cori femminili e da qualche piccolo suono sintetico, nel brano forse “più Sparklehorse” dell’intero lavoro. Il disco si chiude con le volute evocative di Saturn, dai colori piuttosto scuri e punteggiata da un drumming intenso.

L’album di Was si configura come elegante e mai invadente. Buone idee e sonorità piacevoli per un disco di buona qualità.

Se ti piace Was assaggia anche: Rescue

Rispondi

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi