Kama, “Un Signore anch’io”: la recensione

kamaCon copertina e titolo, diciamo così, abbastanza adatti al periodo natalizio (o forse pasquale, ma stai a guardare il capello), è uscito Un Signore Anch’io, prodotto, arrangiato e in buona parte suonato da Kama. Secondo disco per un cantautore che però è in ballo da una dozzina d’anni, l’album è stato registrato presso l’Edac Studio di Fino Mornasco da Davide Lasala.

Kama traccia per traccia

Battiti e piccoli suoni introducono Acqua, la prima canzone dell’album, prima che faccia il proprio ingresso la voce di Kama. Il pezzo non è rettilineo: si parte piano ma l’elettricità prende possesso della pista, alzando i volumi e conferendo una maggiore sostanza alle sonorità. Tra pesci che nuotano a dorso e vicini che sbraitano De André, ecco poi Caffé scorretto, che mette in mostra ancora di più le qualità di scrittura del cantautore.

Giro di chitarra giocoso per Chi Ritrova le Parole, cantata a filastrocca. Ambienti beatlesiani o comunque molto brit-rock quelli di Città paradiso, morbida e sciolta. Sentirsi come Robert De Niro è stata scelta come singolo ed è introdotta da una tastiera vintage e da un ritmo intenso e articolato. Il cantato è quasi rap, il che forse sfuma un po’ la potenza del testo, con esplosione disco funk sul ritornello.

Momenti più intimi con I Veri Padri Non Ci Sono Più, lenta e molto tradizionale nel proprio sviluppo, benché il testo sia tutto sommato abbastanza anticonvenzionale (in sostanza: non sembra poi un gran male se i “veri padri” si sono estinti). Si alza un po’ il ritmo con Scegli me, di nuovo abbastanza british e condita dal pianoforte, ma declinante verso un lato rock.

Atmosfere di nuovo più moderate nell’apertura di Lettera dal mio mulino, che poi si anima in modo deciso nella parte finale. Si prosegue su velocità alte grazie a Stupide Creature, che mette in mostra i muscoli ma anche il talento pop del cantautore. Drumming cadenzato e suoni acidi per Superuomo, che si sporca di funky e di anni ’70. Il disco si chiude con la title track Un Signore anch’io, ballata voce e pianoforte, a tema religioso/spirituale, molto personale.

Il disco di Kama conferma le impressioni su un cantautore maturo e brillante, che sembra in grado di mettere su disco, senza sforzo, esattamente quello che desidera. Un lavoro intelligente e interessante, che lo allinea con la parte alta dell’ultima generazione di cantautori.

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