Nati nel 2017, i Loiola hanno da poco pubblicato Non eroi ma opere di bene, ep da quattro canzoni con caratteristiche rock ma anche una certa sensibilità per la melodia. Abbiamo intervistato Giusi Prejanò (voce e chitarra).
Qual è la storia dei Loiola?
Ci siamo incontrati un po’ per caso. Eros e Fabio si conoscono da tempo e hanno militato in altre formazioni, Valerio ha alle spalle diverse collaborazioni e progetti musicali, e io volevo prendere più seriamente la passione per la musica. Già dai primi brani da arrangiare ci siamo accorti della nostra sinergia creativa.
Vorrei capire meglio il titolo del vostro ep…
La storia di questo titolo è abbastanza stramba, come del resto anche la scelta del nome della band, e ve le risparmierò entrambe! Sappiate solo che eravamo alla ricerca di una frase, una formula, che riassumesse questo concetto di ‘antieroe’ che emerge un po’ dalle vicende narrate nelle nostre canzoni.
Mi pare di capire che dietro le canzoni dell’ep ci siano “storie” vere e proprie: prese dalla realtà oppure inventate del tutto?
Sì, storie che diventano un pretesto narrativo per esprimere qualcosa di concreto o semplicemente dei punti di vista. I protagonisti delle canzoni hanno delle caratterizzazioni un po’ grottesche e utilizzano un linguaggio onesto senza fronzoli, in alcuni casi quasi infantile (mi riferisco a Estate per esempio: “Io non ti parlo più”). Per Medusa poi il riferimento è proprio al mito, i suoi possibili pensieri prima e dopo la decapitazione per mano di Perseo, il cocco di Atena! In ogni caso, le parole non vanno da nessuna parte da sole, sono un tutt’uno con la struttura musicale.
La “ricetta” che cucinate è schiettamente rock. Quali sono i vostri idoli, capisaldi o come li vogliamo chiamare?
Questa è una domanda davvero difficile alla quale abbiamo provato a rispondere, ma la risposta ci sembra sempre incompleta. Tutti e quattro abbiamo un vissuto musicale e dei gusti molto diversi: spaziando dai Beatles, Velvet underground, Joy division, Pulp, Radiohead per quanto riguarda il panorama internazionale e approdando a Battiato e Diaframma per dire.
Per quanto mi riguarda come figure femminili che ammiro molto, di sicuro ti dico Debbie Harry su tutte.
Il 29 maggio suonerete al Let it Beer a Roma. Come sono i Loiola dal vivo?
Abbiamo scoperto di essere una band di impatto, con un suono molto grezzo nella migliore accezione possibile. Ci divertiamo molto a comunicare la musica che facciamo e chi ci ha visto dal vivo non si è di certo annoiato. Vi aspettiamo!
Loiola traccia per traccia
Si parte voce e chitarra su Morti viventi, ma il drumming viene in aiuto subito, per un pezzo robusto, molto rock e piuttosto ironico.
A seguire ecco una molto agile Estate, elettrica e piuttosto centrata, con qualche determinazione geografica a fornire uno sfondo alla canzone.
Rallentamenti e sensazioni più intime si palesano in Cobalto, molto più melodica delle precedenti, con i fiati a corroborare il finale.
Chiusura di nuovo energica con Medusa, che di nuovo torna a usare l’arma dell’ironia, su un brano con una buona linea di basso, su suggestioni mitologiche (e un po’ di Carmen Consoli come modello).
Buon risultato complessivo questo lavoro per il Loiola, che nelle quattro canzoni condensano talento vocale e abilità strumentistiche, una certa ispirazione e anche qualche stilla di originalità.

