Giovedì 12 dicembre Max Casacci si esibirà dal vivo in due incontri a Milano: alle ore 18.30, all’Apple Store (Piazza del Liberty, 1) con una masterclass su Watermemories, la sua opera sonora ispirata alla memoria dell’acqua, realizzata interamente registrando i suoni della natura; alle ore 21.30 all’Auditorium Demetrio Stratos (via Ollearo, 5) in diretta su Radio Popolare dove il produttore e pioniere musicale proporrà le sue opere sonore e sarà intervistato da Piergiorgio Pardo.
Ta ‘ Cenc (dall’omonima scogliera sull’isola di Gozo) è il primo movimento realizzato – in collaborazione con Hati Suara – esclusivamente con il suono di rocce calcaree, impercettibilmente sonore, già conosciute e utilizzate nell’antichità. Rocce che si rivelano magicamente intonate tra loro.
Watermemories è il secondo movimento interamente realizzato da Max Casacci, catturando suoni e rumori dell’acqua di Biella, dalle sorgenti ai torrenti passando per antichi luoghi sacri e più recenti santuari, fino ad arrivare alle pale che hanno trasformato la forza dell’acqua in energia per il lavoro. Tra i suoni utilizzati ci sono anche quelli di due opere d’arte: il sibilo dei bollitori d’acqua dell’ “Orchestra di Stracci” di Michelangelo Pistoletto, e il concentrato sonoro che filtra attraverso l’opera di Giuseppe Penone “Una barra d’aria” puntata verso il torrente Cervo, all’esterno di Cittàdellarte.
«Il brano che parte con suoni di sorgente diventa, per esaltazione delle armoniche del gorgogliare dell’acqua, quasi un canto “sacro”. L’acqua e lo spirito. – commenta Max Casacci in un dialogo con Michelangelo Pistoletto – Poi si trasforma in un’esperienza onirica, introdotta dalla scansione regolare e ipnotica di una goccia che scendendo di intonazione diventa il flusso stesso del fiume/torrente. Portando l’ascoltatore a viaggiare in immersione. L’acqua e il subconscio. Un “mantra” ricavato anche dal dialogo sonoro tra due opere d’arte: “Una barra d’’aria” di Giuseppe Penone che affacciandosi verso il torrente Cervo ne cattura il suono e la tua “Orchestra di stracci” con il canto dei suoi bollitori che ho trasformato in immaginari strumenti a fiato, fino al crescendo finale sostenuto dalle pale dei mulini e dal rumore delle macine, tributo alla memoria delle attività umane lungo il fiume. L’acqua e l’arte.»