Si chiama Safe il nuovo lavoro di Giz, autore e produttore di musica per lo più elettronica che racconta come il disco sia stato “ideato e concepito nel 2014 con enormi difficoltà e ripensamenti continui”. Le sei tracce sono descritte come molto autobiografiche dall’autore.
Si parte con un decollo: The Spaceship of Memories ci conduce in spazi siderali che sfruttano un ritmo blando, ma che presto consentono all’ascoltatore di librarsi verso sfere cosmiche lontane e un po’ malinconiche.
Più terrene le sensazioni di Foundations, legata a terra da un beat piuttosto marcato anche se non a ritmi troppo accelerati, con la voce filtrata e utilizzata con i modi del trip hop e dell’elettronica anni Novanta.
Voce femminile e movimenti piuttosto eterei si riscontrano anche in Safe: il brano però è portatore di una carica di pathos maggiore di quanto fin qui avvertito.
Atmosfere nel complesso non troppo leggere quelle che contraddistinguono Alive, in cui si avverte anzi un qualche senso di fatica e trascinamento.
Unseen si apre con la stessa metodologia, con un ritmo moderato e una certa abbondanza di trick elettronici. Più sobrio il discorso affrontato da Way Home, che pur proponendo qualche inserto fantasioso rimane ancorato a una modalità piuttosto solida.
Va detto che certi elementi sonori nel disco si ripetono un po’ troppo spesso: da una parte servono per legare i brani l’uno all’altro, ma dall’altra rischiano di offrire un effetto ripetizione non richiesto.
Positiva invece la capacità di trasmettere emozioni, attraverso costrutti musicali ben strutturati ed equilibrati.