“A piedi nudi”, Doc Brown: la recensione #TraKs

Uscirà il 7 maggio A piedi nudi, il nuovo ep dei Doc Brown: la band, di stanza tra Lecco, Monza e la Brianza, dà così seguito al debutto L’uomo tende all’equilibrio.

Il suono della band ha come riferimenti dichiarati gruppi come Phoenix, Bombay Bicycle Club, Two Door Cinema Club, anche se con testi in italiano.

Il discorso si apre con Ancora fame, che parla di infanzia ed età adulta su ritmi piuttosto accelerati e suggestioni tra indie ed elettronica, ma si capisce da qui che il testo è centrale nella produzione della band.

A piedi nudi, la title track, mantiene la velocità di base piuttosto alta, pur senza forzare i suoni al di fuori delle proprie sedi di competenza. Più meditati i ritmi di L’uomo sbagliato, che si serve anche di cori, oltre che di alcune piccole quantità di elettronica, per calarsi in un’atmosfera elettropop piuttosto ramificata.

Qualche stilla di soul music e ancora un testo che non si vergogna del romanticismo per Come perderci, che chiude il lavoro.

Buona la tessitura delle canzoni, elegante l’andamento di alcuni brani, la band si evolve con tranquillità verso un gruppo pop di buon interesse.

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