Dopo l’esordio discografico con il singolo Lavastoviglie, gli Anticorpi interpretano la canzone più rappresentativa del punk italiano: Curami dei CCCP.

Nei digital store con Cazzimma/Believe e nelle radio, la cover sostituisce l’acidità new wave delle chitarre, tipica degli anni ’80, con la sonorità elettrotechno di synth e tastiere più attuali. Tra le varie differenze stilistiche nell’arrangiamento, spicca una costante di affinità: la versione degli Anticorpi rimane fedele alla linea punk dell’originale per l’attitudine performativa, che si conferma tale – punk, nel senso di libera, sopra e sotto le righe, politicamente scorretta e distruttiva – anche nei concerti di questa medical band dalle radici abruzzesi. 

Per questa ragione non poteva assolutamente mancare nella scaletta degli Anticorpi una rivisitazione in chiave elettronica e futuribile del celebre brano dei CCCP, veloce, potente, che fa muovere i muscoli e agita il cuore.

Per il videoclip di Curami (di Jukuki) sono state utilizzate centinaia di confezioni, blister e farmaci sfusi raccolti durante il party di lancio della band. Attraverso la tecnica dello stop-motion farmaci, pillole e bugiardini si muovono e ballano, costruendo ambienti, vicende e immaginari animati con ironia, alludendo a un profondo messaggio: forse siamo proprio noi il rimedio, la medicina più efficace, per curare noi stessi e gli altri.

Sentiamo nel profondo l’idea del brano secondo la quale la vera medicina per noi stessi, siamo proprio noi, sono gli altri e i rapporti umani. Inoltre, la nostra attitudine è punk, anche se facciamo musica elettronica. E amiamo Curami anche perché il giro melodico di base – pur essendo punk – ha una struttura molto simile a certa musica elettronica”.

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