Crash test è il disco d’esordio dei Big Bang Muff: il power duo campano si muove su atmosfere alt-rock e post-metal, cantando in italiano e non rifuggendo del tutto a istinti melodici.
Big Bang Muff traccia per traccia
Vivo nell’ombra apre le danze dapprima con calma, poi aumentando ritmi, volume e intensità. Ci sono influenze indie e post grunge nel pezzo, cantato in italiano e piuttosto rumoroso. Maschere, al contrario, parte forte e poi rallenta in maniera improvvisa.
Spazio per tempeste del drumming in abbondanza all’interno di Madreperla, che di nuovo si affida a qualche cambio di ritmo in corsa, che serve anche a variare l’intensità del brano. Luci rosse abbassa decisamente i toni e va in acustico, mettendo ancor più in evidenza il lato più morbido del duo.
Ma si torna presto ad abitudini rumorose, con E=mc², intermezzo scientifico e parzialmente math, ma soprattutto molto aggressivo e fluido. Quasi senza soluzione di continuità si passa a Non è cambiato niente, in cui il cantato emerge meglio dal mix.
Sensazioni metalliche e oscure costellano Baci vs. Morsi, veloce e bruciante. Si torna all’acustico con la breve Stagioni, intermezzo che in sostanza porta in esposizione non soltanto il probabile “scheletro” dei pezzi, ma anche un’attitudine cantautorale da non sottovalutare. Si torna all’elettrico con Crash Test, la title track che chiude il disco su piani alti di intensità.
Buona la miscela scelta dai Big Bang Muff, che pur accostandosi a generi molto articolati (tipo il math rock) scelgono di farlo per vie semplici e dirette.
Grazie Fabio è bello rivedersi negli occhi degli altri. Ti ringrazio.