Cambio Cane, “Due”: recensione e streaming

cambio cane
[bandcamp album=1164858387 bgcol=FFFFFF linkcol=4285BB size=venti] Due è il secondo disco uscito per il progetto Cambio Cane. Registrato nel luglio 2017, la batteria è stata registrata da Samuele Sarti al Wave studio di Caldine (FI) mentre il resto del disco e il mixaggio sono a cura di Riccardo Pasini dello Studio 73 di Ravenna (produttore anche degli album dei Modenesi At the Soundawn). 

Cambio Cane è un gruppo che nasce nel 2014 per un progetto di Alessio Bellotto ispirato al cantautorato italiano con aperture appartenenti al rock psichedelico. Nato a Modena, ha militato per diversi anni negli At The Soundawn, band di derivazione metal che ha pubblicato 3 album (2 dei quali usciti con l’etichetta tedesca Life-Force Records) e fatto diversi tour in tutta Europa (Austria, Repubblica Ceca, Germania, Polonia, Croazia, Romania, Svezia).

Cambio Cane traccia per traccia

Il disco si apre con Polvere, giro elettrico in crescita continua che presenta le sensazioni e i risentimenti in salsa rock della band. La seconda metà del brano accenna ad aperture psichedeliche.

Sembra tregua parte piano e da lontano, poi entra il passo pesante del drumming. Il pezzo ha un passo importante e cadenzato, varia le tecniche di cantato, si fida dei principi dell’hard rock.

Più esplosiva Mare di cenere, anch’essa contraddistinta da un passo cadenzato ma anche propensa a eruzioni improvvise e con un flusso più continuo e aperto. Basi di blues elettrico si costruiscono in fretta ne Il Novembre di tutti i giorni, mentre nei testi si respira l’ispirazione che era propria delle band del rock italiano degli anni Novanta (Timoria, Ritmo Tribale).

Resta qui percorre strade allungate che portano a dinamiche oscure, arrotolandosi attondo alla chitarra. Mentre la batteria in apertura di disco era spesso molto rumorosa, qui lavora di fino, anzi di spazzole. Ma il pezzo è lungo e si sfocia comunque in una specie di epifania elettrica.

Cambio di voce (femminile) con Non pensi mai, che mette in evidenza le strutture base delle sonorità con un pezzo semplice e quadrato. Passo lento per Notte larga, che questa volta opta per il connubio vocale e che ha atmosfere che fanno pensare agli Yo La Tengo.

Si procede con Morricone, omaggio in atmosfera desert rock, ma in realtà più che il deserto qui conta il vulcano, presenza minacciosa in tutto l’album, ma qui particolarmente incombente.

Si chiude con Un Dio Che Non Ascolta, passeggiata tremolante tra sassi, pietre ed elettricità, di nuovo con tagliente voce femminile.

Ottimo disco per i Cambio Cane: tradizioni sonore rispettate e rese vive, testi ben scritti e spesso visionari per un album concreto, consistente e allo stesso tempo sognante.

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