Dopo un percorso fatto di concerti, prestigiosi premi, poesie in musica e un disco d’esordio (Via Aquilone, 2014) che aveva saputo attirare su Chiara Effe attenzione, la cantautrice cagliaritana “riporta tutto a casa” con il nuovo album, Via Giardini. Il secondo disco vede la collaborazione di Federico Sirianni (ne La danza della parole) e Alessio Bondì (ne La ballata del mare).
Chiara Effe na aperto concerti di cantautori come Dente, Carmen Consoli, Giovanardi, Gualazzi e ha vinto Musica Contro le mafie 2017 (con menzione speciale per miglior testo da parte di Casa Memoria Peppino e Felicia Impastato), il Duel Contest al Jazz Club di Torino 2017, si è qualificata seconda per il contest Corde e voci d’autore (Cremona) e ha vinto Ivrea in Musica 2019 e il Premio dei Premi per il MEI 2019.
Vive a Torino, dove sta lavorando attualmente come insegnante di musica e canzoni per la sua Scuola Delle Canzoni, ha ricevuto una menzione speciale per i testi delle sue canzoni al Premio InediTo 2021 ed è stata finalista per Botteghe D’autore 2021 e per il Premio Gianmaria Testa 2023. Porta avanti in tutta Italia diversi progetti con compagnie teatrali per le quali scrive le musiche. Insegna canto e scrittura presso la TMA (Torino Musical Academy).
Chiara Effe traccia per traccia
Si incomincia con una certa delicatezza: Dentro la mia voce suggerisce sensazioni sfumate, accompagnate dalla voce di Chiara che allinea una serie di “quando” con gentilezza. Una proposta di stabilità emotiva, esibita con grazia.
I movimenti del basso si snodano sinuosi in una più narrativa La strada dei giardini, che espone dolori con un pizzico di ironia e di gusto vintage.
Fischio introduttivo a Non sono buono, che rafforza le istanze ironiche, con modalità quasi anni Trenta. Tempo per una ballad molto morbida: La ballata del mare, con Alessio Bondì, si pone con tranquillità e poesia, seguendo le linee della chitarra. Una traversata del mare in un racconto di morte dolcissimo e triste, che evoca notizie purtroppo quasi quotidiane, vicinissime a noi.
Si prosegue con un fiabesco Un pranzo da re, con archi e racconti che sanno di infanzia. La voce di Federico Sirianni apre La danza delle parole, che di nuovo evoca vascelli e navigazione, ma in un contesto molto meno drammatico.
Sbarazzina e un po’ jazz Il colore della mia città, che si sviluppa un po’ per volta, raccontando attraverso una serie di “fotografie” che si animano gradualmente.
Il contrabbasso di Veronica Perego traccia la strada di Via Serpentara, altra cartolina geografica, infiocchettata però di sogni a occhi aperti. Il poeta di pietra è abbastanza minimale per quanto riguarda i suoni, ma soltanto all’inizio: poi diventa più ricca e colorata.
Nasconditi gli occhi si inoltra in danze che sanno di etnico, per raccontare l’amore. Si parla di un calciatore con Undici, e precisamente di Gigi Riva, “Rombo di tuono”, leggendario attaccante del Cagliari dello scudetto e della Nazionale: poco rombante e molto sussurrata, la canzone non è un inno da stadio ma ha virtù antiche. Si chiude con Anninnia, filastrocca malinconica in lingua sarda.
Molta attenzione ai dettagli e molta eleganza nel disco di Chiara Effe, che conferma quanto di buono già si sapeva di lei. Una penna capace di scrivere con passione e vitalità, accompagnata da sonorità mutevoli, con molte rimembranze del passato.