Colombo, “Nodi”: la recensione

Il nuovo progetto in italiano di Colombo, l’alter ego del musicista, songwriter e compositore Alberto Travanini, iniziato ad aprile 2024 con la pubblicazione del singolo Uomini forti, culmina nella pubblicazione del suo nuovo disco Nodi, disponibile su tutte le piattaforme digitali per Needa Records. 

Una sintesi del percorso di Colombo degli ultimi tre anni, prima di tutto dal punto di vista musicale, perché rappresenta l’unione tra la sua anima classica, pianistica, e quella più pop ed elettronica. A volte una prende il sopravvento sull’altra, a volte invece trovano un perfetto equilibrio. È un disco in italiano che ha reference prevalentemente internazionali, che vanno da James Blake a Sampha e Bon Iver. 

Allo stesso tempo, è anche un riassunto del suo percorso di vita e di quello che Alberto Travanini ha scoperto e vissuto avvicinandomi ai 30 anni: ci sono le aspettative sociali e la mascolinità (Uomini forti), il rapporto con la sessualità (Libido), l’innamoramento cieco (Arancio), la crisi di coppia (Unisono), l’abbandono (K) e la voglia di leggerezza quando dentro c’è la tempesta (Lucido).  

Non si tratta di semplici esperienze: questi sono i miei nodi, ovvero tanti elementi che compongono la mia vita  e derivano da una lunga strada, durante la quali si sono intrecciati, coinvolgendosi l’un l’altro: la composizione finale di questi nodi rappresenta la mia vita interiore. Alcuni di questi nodi ho cercato di scioglierli, altri sono ancora avviluppati: questo disco è anche un tentativo di fare un punto e fare i conti con me stesso.

Colombo traccia per traccia

Ci sono dei sintomi di distacco all’interno di K, che apre il disco in modo piuttosto solenne, ma con derivazioni pop molto evidenti. “Ho un nodo alla gola/il cuore che sputa“: a dispetto delle modalità classicheggianti, il lessico utilizzato è molto contemporaneo.

Si procede poi con Arancio, che parte da lontano, a livello di suoni, per raccontare ancora una relazione che si basa su qualche negazione (“Arancio come i fiori che non ti regalerò mai“) ma anche da molte certezze, che sembrano crescere insieme alla canzone (“Tu mi fai sentire visto“).

Più ricca di dubbi e di tensioni Unisono, a dispetto di un climax che sembra liberatorio, ma assomiglia più a un invito che a una realtà. Battiti dance quelli che dispensa Lucido, piuttosto muscolare nei suoi movimenti.

Sono intime le vibrazioni trasmesse da Libido, che parla di sogni, in un contesto piuttosto freudiano, che scivola poi nel sonno. Chiude Uomini forti, molto melodica e con i battiti dettati dai tasti del pianoforte e delle tastiere.

Progetto molto interessante quello di Colombo/Travanini, che coniuga istinti classici con un gusto pop elegante, con esecuzioni particolarmente curate e canzoni ispirate e ben scritte.

Genere musicale: pop

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