Fuori su tutte le piattaforme digitali Carezze è l’album che nasce dalla penna di Roberto Ballauri, in arte Robi, dal suo bisogno di raccontarsi con la musica, perché le parole non sempre sono sufficienti. Carezze è un disco nato da un percorso durato due anni, frutto del lavoro di tanti e di tanta passione.

Il disco esce ora, dopo mille cambi di rotta, e molteplici vicissitudini. È stato costruito dolcemente, come una storia, tra notti passate in studio con Kevin Mancardi e con il prezioso aiuto di Davide Tagliapietra. All’interno del disco c’è la voglia di ballare, di sentirsi deboli, di urlare a squarciagola, di abbracciarsi e di tornare a casa. Racconta di sogni e di fragilità, di addii e di nuovi incontri, con naturalezza. Carezze è per tutti quelli che nonostante tutto non smettono mai di sognare. Sono davvero felice che da questo momento sia di tutti

Robi traccia per traccia

Con Secondo Giro il disco si apre su sonorità r&b che mettono in luce soprattutto la voce di Robi, con un mood abbastanza frizzante. Casa invece cambia subito umore: una ballad particolarmente sentimentale e intima che mostra il lato più soft.

Un fiore nel taschino rimane in continuità con il brano precedente, facendo riferimento alle corde più dolci, con immagini semplici ma ben descritte. Chitarra acustica e sguardo nostalgico per Dimenticanze, che fa riferimento al cantautorato pop ma con un po’ di ritmo che sboccia all’improvviso, con esiti quasi rock.

Arriva poi Canta, un invito morbido ma ritmato a lasciare andare le proprie angosce e le proprie paure facendo qualcosa di semplice e potente come cantare.

Movimentata ed elettrica, ecco poi Neve, che si crea dei varchi “in questo gran rumore“, per far passare un ritratto particolarmente delicato.

C’è una certa energia e un drumming rumoroso in Non è così male, che fa un po’ di casino e si chiude con un sorriso. Si torna ad atmosfere più soft con La sola musica, che ha aspirazioni orchestrali.

Parte piano e poi accelera la title track Carezze, con propaggini power pop a fare da contorno a un brano ricco di malinconia. Qualche sensazioni blues apre Luci spente, che ha un cantato abbastanza fitto e versatile.

Dinamiche morbide e archi sostengono Promessa, che è piena di speranze per il futuro, con le sonorità che si levano piano piano verso l’alto. Con Passerai leggero si passa al pianoforte, che parla di abbracci e tramonti infondendo un po’ di movimento alle note.

Il disco chiude le porte con Salvarsi, che conferma l’appoggio sul pianoforte, ma questa volta in modo più malinconico. Una speranza di salvezza che è delegata all’amore, con grande dolcezza.

Inganna, Robi: penseresti che è il classico cantautore pop dal cuore spezzato di cui sono piene le playlist. Invece, complici anche arrangiamenti ad hoc, mette lì un disco che ha sì molte morbidezze adolescenziali, per quanto riguarda temi e cantato, ma che non disdegna di giocare con ritmi e qualche ruvidezza sonora qui e là. Niente male.

Genere musicale: cantautore, pop

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Pagina Instagram Robi

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