Color Fest 2025 @ Lamezia Terme, seconda giornata: il report

E’ già tempo del secondo giorno di Color Fest. Questa volta, però, a differenza della giornata precedente, il dio Eolo è riuscito nel miracolo di far spirare una leggera quanto godevole brezza marina abbassando la temperatura percepita. Al momento dell’ingresso, riesco a scambiare un paio di battute con gli addetti alla sicurezza intenti nei controlli di rito.

Mi confessano di essere più rilassati rispetto al giorno precedente, quello di esordio. “Adesso è tutto in discesa” mi dicono. Anche tra i lavoratori dei piccoli negozi allestiti all’interno del festival, il clima è molto più disteso. Tutti hanno l’intenzione di godersi questo meritato giorno di festa. Soprattutto perché la lineup della giornata è molto interessante: da Giorgio Poi a okgiorgio, passando per Joan Thiele e Mace, quattro pezzi da novanta della scena italiana.

Prima di loro ci pensano i Chalk a scaldare il pubblico. Il live del trio nordirlandese fonde il post-punk alla techno. Il pubblico, nonostante sino le 18.30 del pomeriggio, risponde presente aprendo un pogo a ogni canzone. Osservo (da lontano) i ragazzi e le ragazze che partecipano attivamente a tutti i poghi: sono immersi in un bagno di sudore dalla testa ai piedi e, soprattutto, sono tutti impolverati a causa della terra della pineta. Ciononostante si abbracciano alla fine di ogni canzone e si spronano a vicenda per saltare più veementemente al pezzo successivo.

Si avvicina così l’ora del tramonto. Oggi il concerto in spiaggia è affidato alla voce di Giorgio Poi. Il cantautore romano sale con la sua band senza annunci né clamori, impugnando subito la sua inseparabile chitarra, come fosse uno scudo. Parte Giochi di gambe, estratto da Schegge, il suo ultimo album, che viene suonato per intero. Giorgio ha l’aria di un intruso gentile nel nostro mondo, un artista che sembra parlare sottovoce. Riesce a far scorrere la sua rarefatta voce nelle coscienze delle persone. Si chiude con Musica Italiana e Missili, le collaborazioni con Calcutta e Frah Quintale, in cui la voce di Giorgio si unisce a quella di un pubblico entusiasta che canta ogni parola.

Immediatamente a seguire è il momento di Joan Thiele accompagnata dalla band, che presenta al pubblico il suo ultimo album Joanita. La sua performance è in netto contrasto con quella di Giorgio Poi. Sul palco Joan ha un’innata presenza scenica: si muove in modo fluttuante per tutto il palco sfruttando anche l’effetto delle luci multicolore. E poco importa se la tanto sperata, forse solo da me, apparizione di Mace con lei sul palco non si sia materializzata.

Perché Mace, in realtà, sta aspettando il suo momento. Neanche il tempo di riprendersi dallo shock emotivo dei due concerti che, sul palco in pineta, è già pronto a iniziare il suo dj set. Accanto a me, una coppia inglese in vacanza in Italia, al loro primo live del producer milanese. A ogni traccia mi sforzo di spiegare che quel ragazzo con la sigaretta in bocca e i capelli colorati è un genio della musica. Non so se si fidino delle mie parole, ma sono certo che Mace glielo faccia capire suonando. Il set è un viaggio sonoro che spazia dalle musiche tribali africane alla techno, passando per alcune sue produzioni remixate. Per un attimo sono sicuro di riconoscere Show me Love e lo annuncio ai miei vicini inglesi. Superfluo dire che non era quella e che a Sarabanda sarei escluso a prescindere dai provini per partecipare.

Dulcis in fundo, a chiudere la seconda giornata di festival, arriva Giorgio Pesenti, moniker di okgiorgio sul palco in spiaggia, affiancato da due batteristi. Giorgio è il capo indiscusso della presa a bene, ma il suo live va oltre il puro divertimento. Sul palco passa dalla consolle alla chitarra e lancia il coro “Free Free Palestine”.

Il clima è quello di una festa di compleanno improvvisata anziché l’esibizione di chiusura della giornata. Tenta persino uno stage diving — mentre controlla la consolle a distanza — con risultati discutibili. Il pubblico risponde con assoluta adorazione: poghi, salti, magliette lanciate in aria si susseguono a ritmo serrato. In un attimo si arriva al bis di okokok (vedo scintille), a sigillare una performance che conferma quanto Giorgio sia un artista enorme. 

Alla fine della performance penso di ripenso ai ragazzi che pogavano dai Chalk nel pomeriggio. Sudati e sporchi ma felici. Cosi mi sento anche io. Anche la seconda giornata di Color Fest non delude le aspettative. E pensare che tra un attimo saremo alle terza.

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