Fuori il rumore è il nuovo ep di Stefano Costantini in arte Costa, cantautore, trombettista, multistrumentista, attore e membro della band STAG, che nel suo curriculum vanta il primato di più giovane direttore d’orchestra della storia del Festival di Sanremo (nel 2012, a soli 22 anni, per Marco Guazzone).
Dopo il singolo Acqua con le dita, pubblicato a ottobre 2024, il musicista romano torna con un ep registrato con il solo accompagnamento di chitarra, voce e quartetto d’archi, arricchito dalle bellissime voci di alcuni amici e noti cantautori e cantautrici.
La scelta di un disco registrato interamente con un arrangiamento per quartetto d’archi deriva dal mio desiderio di unire alcuni dei mondi che amo di più, ossia la musica classica (che ho sempre fatto e continuo a fare, ovviamente soprattutto da trombettista) e le sonorità di un rock più alternativo come quello di Jeff Buckley o dei Radiohead. Da qui deriva la scelta di registrare tutto con la chitarra elettrica sempre pulita, per unire il legno degli archi con i suoni di uno strumento elettrico. Sono partito da “Guance”, l’unico inedito, per poi continuare coi brani che, suonando a casa, sentivo più a fuoco con queste sonorità. “Fuori il rumore” è un disco ponte, come ponte è il testo di “Guance”. Per questo ho voluto inserire “Vienimi a cercare”, scritto per il secondo album degli Stag (dove duettavamo con Matilda De Angelis) per poi passare a “Talisker”, un brano del mio primo disco riarrangiato in una versione più soft e acustica. C’è poi “Quer Ballo”, che è il primo singolo pubblicato dopo il mio primo disco. La scelta dei duetti è avvenuta in maniera estremamente naturale. Ho voluto coinvolgere artisti di cui sono fan e con i quali ho avuto la fortuna di collaborare in passato
Costa traccia per traccia
Si parte da Guance, che coinvolge Erica Mou e che si muove leggera sui movimenti degli archi, per cercare di fare pace con il cuore, tra immagini delicate e un’atmosfera innegabilmente romantica.
Questioni di calma perduta con Talisker, che parla già da un po’ di pensieri scomposti quando entra la voce di Alberto Bianco. Il duetto si articola in modo morbido e armonico, mentre gli archi vivacizzano il brano.
Ecco Mille già nelle prime battute di Quer Ballo, romana e un po’ stornellante, ma con moderazione. Fuoco ed esplosioni, più metaforiche che reali, sono raccontate con molta gentilezza.
Si chiude con Vienimi a cercare, che si allinea anche sulla voce di Marco Guazzone. Una sorta di nascondino/moscacieca riempie gli spazi della canzone, in un gioco amoroso semplice e soffice.
Un progetto delicato ma non didascalico, quello che Costa porta a termine, con quattro canzoni e quattro featuring scelti con cura. Il risultato è un breve disco che transita come una piccola nuvola colorata, lasciando dietro di sé un’impressione di serenità.
