Contro la fretta di crescere è il primo album di Edel: nove tracce per una soggettiva intima e sincera, che parla di cambiamenti, di innocenza e del desiderio d’incontro, nella ricerca di equilibrio tra il mondo esterno, la paura e la musica. Tra introspezione e sperimentazione, le radici del progetto artistico di Edel affondano nella tradizione cantautorale italiana.

A queste si aggiungono influenze internazionali e contemporanee: dalle sonorità jazz, rock e new wave di Blackstar di David Bowie, alla ricerca sonora e all’eccentricità di Metallo non Metallo dei Bluvertigo, fino al connubio tra musica etnica, popolare ed elettronica degli ultimi dischi in studio di De Andrè. In questo mosaico di ispirazioni, Edel riesce a far emergere una voce autentica e personale, mantenendo salda la propria identità artistica.

L’album è stato anticipato dai singoli Canzone poco originale sulla solitudine, Il bene che ci potremmo fare, Per gli amici che avevo e Se vuoi restare sola.

Edel traccia per traccia

Apre il disco Canzone poco originale sulla solitudine, pezzo pensoso e profondamente cantautorale, che riflette, fra l’altro, sull’entusiasmo occidentale per le bambole gonfiabili, nonché su una visione abbastanza aristotelica e un po’ romantica di Dio.

Ci sono movimenti arrembanti e quasi convulsi nella pancia di Per gli amici che avevo, che parla di nuovo di solitudine ma lo fa in modo corale. Tra canzoni degli Smiths e la paura di perdere i capelli, tra esortazioni e timori, il pezzo corre via con personalità e qualche gioco sintetico sul finale.

Questioni di fuga quelle che si incontrano in Se vuoi restare sola, che parla di amore ma ne allarga i confini. Le piccole cose e sonorità un po’ più sommesse contornano il brano. La condizione di Silvia si muove entro i parametri della canzone d’autore ma senza lesinare sui suoni, sempre decorati di synth pop, ma con un crescendo orchestrale un po’ melodrammatico.

Un articolato lavoro del basso fornisce una base consistente per Il bene che ci potremmo fare, brano molto intimo e intenso. Si giunge così alla title track, Contro la fretta di crescere, che procede a ondate ma anche per paradossi molto vicini al nostro contemporaneo.

C’è qualcosa di sognante (e di Lucio Corsi, ma ormai è un riflesso condizionato) in Un ballo improvvisato, che si muove fluttuando su bolle, prima di scendere verso terra e di accogliere istinti più concreti, sorretti da una base ritmica sempre dettagliata.

Spazi liminali quelli che si concretizzano in Riproduzione casuale, quasi ambient come modi, con il fine di mettere in evidenza il cantato che si staglia quasi in solitaria, in un altro dei pezzi più consistenti dell’album. Decollo ritmico e di senso nella seconda parte del brano, come a voler avvolgere tutto.

Quasi inevitabile che la chiusura sia un po’ più sommessa: Nonostante tutto è una ricerca di pace, con il pianoforte e qualche indizio di sonorità “spaziali”, come a voler contemplare un cielo stellato.

Bellissima penna, ottima sensibilità e capacità davvero notevoli per Edel, che colpisce subito con il primo lp, che ha dentro abbastanza ascolti di Battiato da convincere già al primo ascolto. Ma c’è anche molto di Edel, della sua personalità e delle sue intelligenti scelte sonore, di una certa ironia pungente e di pensieri consistenti e ricchi di vibrazioni. Ottima scoperta, avanti così.

Genere musicale: cantautore

Se ti piace Edel ascolta anche: Boriani

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