Eugenio Rodondi feat. Gigi Giancursi: “Lame” è il nuovo singolo

eugenio rodondi

È uscita Lame, la nuova canzone del cantautore torinese Eugenio Rodondi, scritta con Gigi Giancursi (cantautore ex Perturbazione), quarta tappa di un progetto discografico condiviso con Francesco Moroni Spidalieri (produttore), percorso inedito per diffusione e densità di racconto. Lame è realizzata per Dewrec e distribuito da Artist First.

Lame è la fotografia di una separazione. Luce e ombra separate da una fenditura netta come nell’illustrazione di copertina di Silvia Nuvola che dialoga cromaticamente e graficamente con la musica e il testo del brano. La malinconia di un rapporto che finisce raccontata attraverso fotogrammi che diventano una canzone.

“Un dettaglio che viene in mente/un passato-presente/metti una serratura che ti separa da quello che fa paura”: il ricordo di qualcosa che non esiste più, che lampeggia come flashback. Le lame recidono la bellezza che è stata. E restano “le birre secche al sole”.

Il primo incontro tra Eugenio Rodondi e Gigi Giancursi risale al 2012, il primo aveva 23 anni e muoveva i primi passi maturi nella musica, il secondo 40 e una importante presenza musicale alle spalle. Dieci anni fa Rodondi registrò il primo album da Giancursi, ne nacque un rapporto ancora vivo che ha portato all’inedito progetto per il duo di scrivere una canzone insieme: Lame.

Ci siamo influenzati reciprocamente, sia sul testo che sulla musica, 50 e 50 di tutto. Era un giorno di agosto dalle strade deserte e non avevamo la minima idea di come cominciare. Accompagnati da un nebbiolo che ha lubrificato il processo creativo, l’afa dell’estate e l’arredamento anni Cinquanta, ci siamo messi a giocare d’immagini. La canzone inizia con uno specchio rotto, lo specchio è l’elemento della coppia in cui prima ci ‘rivedevamo’, dopo aver preso coscienza della serie di tagli che ci portiamo addosso arriviamo a concludere che ormai l’altro è diventato un rasoio arrugginito. La canzone è stata scritta in un giorno: così come è iniziata è finita, come i cadaveri di bottiglie rimaste sul tavolo della cucina. Gli arrangiamenti, più istintivi che ragionati. Le voci “buona la prima”. Mai successo in vita mia. Una volta chiusa non l’abbiamo più rimaneggiata. Ora, ogni volta che ci vediamo, ci ripromettiamo che la prossima volta scriveremo un’altra canzone insieme

Pagina Instagram Eugenio Rodondi

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