Si intitola Maps for moon lovers il nuovo disco Fabrizio Squillace, in arte Fab. Reduce da un lavoro d’esordio dal titolo Bless in cui la cifra stilistica del pop rock internazionale dettava legge, oggi pubblica il nuovo disco con Altri Ritmi Records, registrato e mixato ai Relic Sound Studios di Catanzaro e masterizzato agli Abbey Road Studios di Londra da Sean Magee, Geoff Pesche and Alex Gordon.
Un disco “americano” ma anche cpm un’anima romantica tutta italiana che dà forma a pensieri intimi e introspettivi, racchiusi in otto brani inediti.
Fab traccia per traccia
Si parte piano con i giri di chitarra e il cantato morbido di The Lazy One, ma si tratta soltanto dell’intro, perché il brano, pur mantenendosi ricco d’atmosfera, accelera presto.
How High the Moon è, evidentemente, un po’ più “lunare” per atmosfere ma sempre con contrasti sonori che emergono via via che il brano procede.
La quasi title track Song for Moon Lovers conserva una formula simile: il ritmo è alto, il mood non tanto, l’atteggiamento è di chi si avvicina con cautela ma anche con speranza.
Entrano, un po’ a sorpresa, i synth nella seguente Shoreditch Girl, in cui i profili pop prendono il sopravvento, cambiando anche un po’ il vento del disco.
Colors è un mid-tempo con afflati di passione che soffiano profondi, aiutati dalla chitarra. Suoni minimali quelli su cui poggia una crescente The Same Floor.
Si riprende a correre subito, grazie a Minuteman, ricca di chitarre suggestive e di un drumming consistente.
Il disco chiude con Sleep, che ha problemi di sintonia in FM iniziali, e poi piano piano raggiunge la superficie, sorretta da buone linee di basso.
Facce diverse, quelle che Fab allinea nell’arco di un disco piacevole e ben eseguito, nonché molto ricco di energia ma anche dal buon sapore pop.
