Fuori dal 6 giugno Un canto di un sogno, il nuovo singolo di Federico Cacciatori disponibile su tutti i digital store. Un brano che racconta le sensazioni che l’artista produttore prova mentre passeggia per Genova. Una storia d’amore con una cornice particolare e che vede il feat. di RiveRs.
Il 6 giugno è uscito “Un canto di un sogno”. Ti va di raccontarci come è nato questo brano e cosa rappresenta per te?
E’ un brano che nasce dal voler raccontare sotto forma di canzone le sensazioni che provo quando vivo la città di Genova, la città nella quale ho la fortuna di studiare, di vivere la mia quotidianità e di scrivere canzoni. L’aria a tratti misteriosa di Genova, i carruggi che s’intrecciano, le brezza del mare, quel vento che porta con sé voci e canti di nostalgia del passato sono all’incirca tutti gli ingredienti che ho cercato di convertire in note, armonie ritmo e un testo.
Una notte ho sognato di vivere queste sensazioni con una donna, mi sono alzato dal letto mi sono messo al pianoforte ed è nato il giro di Un canto di un sogno. Le “vibes” di Genova ho cercato di trasmetterle sia a Lorenzo Rivieri in arte RiveRs sia a Francesco Berti, rispettivamente il cantante e il chitarrista del brano.
Questo brano per me rappresenta un viaggio molto importante per il mio percorso, perché è uno dei brani che ho tenuto in cantiere per molto tempo e questo mi ha permesso di lavorare a ogni singolo dettaglio, ci sono dei brani che fosse per me non uscirebbero mai, come se mancasse sempre qualcosa, Un canto di un sogno invece è esattamente come lo volevo e sono fiero di ogni fase , dalla stesura, alla produzione al missaggio.
In questa traccia non sei solo l’artista, ma anche il produttore. Che approccio hai avuto alla produzione di questo brano rispetto ai tuoi lavori precedenti?
Rispetto ai lavori precedenti ho avuto un approccio alla produzione leggermente diverso, in quanto, a volte, non sempre, tendo a inserire molti strumenti nei miei brani, per questo brano invece ho lavorato per sottrazione, concentrandomi su pochi elementi ma gestiti bene nei vari momenti del brano.
Non vi è un grande lavoro di editing, ma tutto quello che si ascolta è registrato dall’inizio alla fine per ogni strumento e questo approccio, un pò vecchia scuola credo che abbia conferito al brano una naturalezza e un senso di insieme importante. Volevo che ci fosse un dialogo e un’interazione tra le varie parti e mi sembra che ci sia.
Cosa significa per te oggi essere un produttore indipendente, in un panorama musicale in costante evoluzione?
E’ come essere artigiano del suono, libero dai fili celati che legano la musica alle griglie del mercato e a favore di un algoritmo. Sei tu, il tuo studio, la tua visione, il tuo coraggio di sperimentare di rischiare ma soprattutto anche di fallire.
Nonostante tutto, rispetto molto anche il lavoro come produttore per le major discografiche, sono due visioni differenti, in una sei più libero di dire la tua e osare di più , in una meno.
Hai lavorato con RiveRs per la voce e con Francesco Berti alla chitarra. Come sono nate queste collaborazioni e come hanno arricchito il brano?
Francesco Berti è il chitarrista con cui da sempre collaboro sia per il mio progetto e sia per i progetti che mi vedono nella veste di produttore. È uno dei chitarristi più fenomenali della provincia di Massa Carrara. L’ ho conosciuto
E ho avuto modo di ascoltarlo per infinite sere, dove, in uno dei bar vicino casa passava le nottate a cantare e suonare serenate per le presenti. Fin dall’inizio oltre il lato tecnico strumentale, mi ha colpito molto la sua visione musicale aperta a 360 gradi, ha una visione della musica e della vita molto simile alla mia, è un viaggiatore e un grande avventuriero, uno che si gode la vita e che sa raccontartela attraverso le note del suo strumento.
Abbiamo condiviso insieme diversi palchi e tanti viaggi musicali. RiveRs mi ha visto per la prima volta in occasione del concerto di apertura ad Alfa presso Villa Bertelli (Forte dei Marmi), dove ero al fisco di Kophra, come batterista e direttore musicale.
Credo che sia rimasto colpito molto dalla mia energia e amore inserito negli arrangiamenti e nelle note della batteria di quel concerto, così mi ha contattato sui social e in un bar Davanti a una bevuta è nata Un’ora il primo singolo che gli ho prodotto e da lì è nata una solida collaborazione, sperando che questa possa prendere in futuro anche una piega Live.
Sia Francesco sia RiveRs hanno portato un contributo molto importante nello sviluppo e nella stesura del brano, senza di loro Un canto di un sogno era solo uno dei tanti giri al pianoforte.
Guardando la tua discografia, ogni brano è un viaggio diverso. Come riesci a mantenere coerenza nella varietà?
La coerenza nella varietà nella mia discografia nasce da una tensione dialettica tra unità e molteplicità, tra ordine e caos, che riflette secondo me, la complessità della condizione umana, in questo senso, la mia musica non è una semplice sequenza di brani o album , ma un organismo vivente e come tale, si evolve, cambia, si arricchisce.
Sono consapevole che ogni brano, contribuisca a un discorso più ampio, a una narrazione che parla di vita ed esperienze umana nella sua interezza. Dal viaggio e dai viaggi della vita, prendo ogni momento, ogni emozione ogni dettaglio, ogni conoscenza, ogni arrivederci o addio, ogni imperfezione delle mie giornate e le inserisco nel mio viaggio musicale.
Hai già altri progetti in cantiere? Dopo Un canto di un sogno, possiamo aspettarci altre uscite a breve?
Sì ho molti progetti in cantiere, di uscite a breve come produttore ce ne saranno diverse, basta dare un’occhiata ai miei social e capirete, con il mio progetto a breve non uscirà nulla, ma sono in fase di progettazione di un nuovo album che vorrei pubblicare prima della fine del 2025.