Flo presenta il suo nuovo video L’uomo normale, anticipando così il nuovo album 31SALVITUTTI, la cui uscita è prevista per il prossimo 13 novembre. Il ritmo è coinvolgente, con percussioni che ricordano le melodie africane; il testo è una serie di frasi fatte, ovvie e banali, a cui la società “tradizionale” ci ha troppo spesso abituato. Il risultato è un inno al qualunquismo, una riflessione lucida e volendo anche ballabile di quanto la normalità di alcuni uomini li renda molto poco umani.
Inconsapevole di quanto razzismo, di quanta omofobia, di quanto fascismo si nasconde dentro i suoi gesti quotidiani, L’uomo normale di Flo si nasconde nei vicini di casa, nei colleghi di lavoro, nelle persone che incontriamo ogni giorno per strada. Pratica piccole violenze quotidiane, la maggior parte delle volte verbali, imponendo vestiti alla moglie, traguardi impossibili ai figli e discriminando chiunque non appena può, ma sempre con una causa giusta per lui.
Una bella prova per la cantautrice, che sfida la banalità del male e si impegna a puntare i riflettori su quanto ormai troppo spesso abbiamo imparato a tollerare. Il videoclip è realizzato in animazione, per la regia di Fabiana Fazio.
“Per questa canzone avevo in mente un videoclip diverso dai precedenti – racconta Flo. Lo immaginavo fatto di personaggi surreali e situazioni paradossali. Niente realismo e nessun riferimento a persone e fatti concreti, ma solo l’emblema, il simbolo del nostro modo di pensare e di comunicare. Inoltre, con la quarantena e l’impossibilità di girare in esterna, la mia scelta si è estremizzata ancor di più. Ho raccontato queste suggestioni a Fabiana Fazio, regista, autrice, ma anche e soprattutto strabiliante artigiana dell’illustrazione, che passa naturalmente dal disegno, all’animazione digitale, dalla ripresa video alla motion graphic. E così è venuta fuori questa favola dal gusto retrò, che è favola di ieri, ma ancor di più favola di oggi. Un vecchio ritaglio di giornale diventa un racconto sopra un foglio di carta, dove tutti gli elementi della storia si susseguono e si rincorrono come un cavallo al galoppo, per degenerare in una brutta copia di sé. Un vecchio televisore viaggia nel tempo, cullato dal mare, portando con sé, pressoché immutato, quell’uomo normale che, come dice la canzone, aggiunge sempre “un però di troppo” ad ogni sua verità, svuotandola e deprimendola”.