TRAKS ti presenta in anteprima esclusiva Tokyo, il nuovo video di Friz, rapper di origini venete ma residente a Bologna. Insomma una geografia liquida, di cui discutiamo con lui dopo il video.
Ci sono molti spostamenti geografici nella tua storia e forse non a caso il tuo nuovo singolo è “geografico”, visto che si intitola “Tokyo” (anche se i panorami del video non sembrano proprio nipponici): vorrei sapere come nasce la canzone e che impatto hanno i luoghi dove sei su ciò che scrivi
Si, la mia esperienza di vita – come quella di molti coetanei e amici – è fatta di spostamenti e migrazioni. Ho avuto modo di viaggiare spesso da solo senza grandi scopi e obiettivi. I treni, le stazioni, i bar, le stanze in subaffitto dove ho dormito e sono passato, sono indubbiamente fascinazioni e suggestioni per la mia scrittura. Credo molto nelle esperienze e nel loro carattere formativo.
Tokyo rimane soltanto un espediente letterario. È il titolo che casualmente abbiamo dato io e Fed Nance alla sessione di registrazione del pezzo, e quello è rimasto. Le location del video, invece, sono state scelte consapevolmente per il messaggio e significato che abbiamo voluto dare legando le immagini del video alle parole del brano. Peraltro non sono mai stato in Giappone, ma chi sa il giapponese può leggere una delle motivazioni nel sottotitolo all’inizio del video.
Ho letto nella tua biografia che leggere libri di antropologia ha acceso in te un interesse che ti ha portato a pubblicazioni e a una sorta di “risveglio”: puoi spiegarmi com’è andata e quanta antropologia possiamo trovare nei testi delle tue canzoni?
Quello che chiami ‘risveglio’ è stato in qualche modo un’emancipazione dalla provincia e dalla sua mentalità. Non ho mai avuto grandi possibilità in generale, ho sempre dovuto lavorare anche se spero in qualche modo di smettere di farlo il prima possibile. Lo studio di questa disciplina invece mi ha dato nuovi stimoli e la consapevolezza di poter osservare la realtà con un paio di lenti diverse.
Perciò senza presunzione ti rispondo molta, seppur in forma non accademica, chiaro. Ogni canzone che scrivo cerca di toccare e scavare tematiche che mi stanno a cuore a livello personale e di osservazione. I riferimenti ci sono, poi sarà chi ascolta a fare le proprie considerazioni.
“Tokyo” è il preannuncio di un nuovo lavoro? Ci puoi raccontare qualcosa in merito?
Tokyo è solo una canzone, un’altra fototessera strappata. In molti mi chiedono quando uscirà l’album, io rispondo che sicuramente ci saranno altre canzoni, anche se non so in che forma o in che contenitore usciranno. La musica ormai è liquida come la società. Io continuo a scrivere e a fare musicalmente ciò che mi pare senza sentirmi subordinato a trend o etichette. È il mio viaggio, credo si senta.