Nuovo appuntamento con le recensioni in breve di TRAKS. Oggi si viaggia dal post grunge degli AFA al pop intelligente ed elettronico di Verano, passando per altre proposte come sempre piuttosto interessanti, alcune delle quali ascoltabili subito in streaming.

AFA, “Rabdomante

Rabdomante-EP-fronteC’è un pizzico di Verdena negli ascolti degli AFA (e in quelli di numerose altre band contemporanee). La band pubblica l’ep da quattro canzoni Rabdomante, in cui racchiude sonorità di alternative rock potenti e minacciose, ma con un cantato quasi gentile. In alcuni pezzi, come Scimmie, l’influenza del post grunge si fa sentire in modo più intenso. L’ep mette in evidenza le buon potenzialità della band, che in quattro tracce concentra una buona dose di inventiva oltre a energie sostanziali.

Le Hibou, “Mirrors”

Uscito ormai da qualche tempo (fine marzo) per Rocchenrolla Label, si chiama Mirrors il nuovo ep de Le Hibou. La band, nata nel 2006, dichiara di voler puntare su un sound più diretto e lineare con questo nuovo lavoro. E mantiene le promesse, a volte anche troppo. Le quattro tracce sono contrassegnate da una buona dose di energia e da una buona scrittura nel complesso, con qualche occhiata al pop e senza veri acuti (forse riservati a un lp prossimo venturo?). Buona la prova vocale della cantante.

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Plastic Lungs, “Chamaleon”

plastic lungsSintomi di dreampop nell’ep d’esordio dei Plastic Lungs, “Chameleon”. Nelle quattro tracce, preceduto dal singolo Falco, i ritmi sono per lo più contenuti, i toni spesso sognanti, la fluidità del sound garantita. Dopo l’apertura quasi del tutto strumentale della title track Chameleon, la voce di Vittoria Cavedon si solleva con eleganza a fornire calore al disco.

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Temple of Dust, “Capricorn”

Otto pezzi e molta potenza per il primo lp dei Temple of Dust, pubblicato anche in vinile da Phonosphera Records. La band mescola metal, noise, stoner, ma anche buone dosi di blues per ottenere tracce dal carattere massiccio ma anche evocativo. Dopo la lunga title track iniziale il disco conserva compattezza ma espande gli orizzonti in pezzi come Requiem for the Sun. Si vira verso la psichedelia delle origini con Szandor, che può far pensare a Doors e Pink Floyd. Nel complesso il disco risulta molto completo e intenso.

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Verano, “Verano”

VeranoUn passato con Intercity e L’officina della camomilla, Anna Viganò apre il proprio progetto solista e lo chiama “Verano“. Un ep da cinque tracce che contiene larghe dosi di elettronica, un po’ di elettricità e una sensibilità che alterna calore e freddezza. Se c’è distacco ma anche dolore in pezzi come Cielo su Milano, si scende più verso terra con Nevada. Il disco è prodotto da Pietro Paletti, che presta la voce su Vivere di noia basterà. Interessante anche l’esplorazione del lato oscuro di Ginger e Fred. Debutto molto interessante e una voce relativamente nuova e notevole, con legami evidenti con la produzione internazionale contemporanea.

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