Verano: era giunto il momento di mettermi in gioco

verano

Dopo le esperienze con Intercity e L’officina della camomilla, Anna Viganò ha deciso che era ora di fare da sé. Così ha battezzato il proprio progetto Verano e ha pubblicato un ep da cinque tracce. Con dentro elettronica, ma anche molta sensibilità. Le abbiamo rivolto qualche domanda.

Hai alle spalle esperienze in band di un certo spessore: come e quando hai deciso di tentare la strada solista?
Un anno fa circa si è conclusa la mia esperienza con la band precedente. Dopo un attimo di normale assestamento ho deciso che era giunto il momento di mettermi in gioco. Avevo in testa Verano da un po’ di tempo, e mi sono convinta a farlo.

Quali sono state le premesse del tuo ep? Visto che si distacca in maniera marcata dai tuoi lavori con le band precedenti, con quali idee sei entrata in studio?

Sono entrata in studio con i brani e con un’idea abbastanza precisa di dove volevo andare a livello di sonorità. In mezzo c’è stato l’enorme lavoro di interpretazione di Pietro, che ha dimostrato di essere un ottimo produttore. Non che servissi io! :)

Come nasce la collaborazione con Paletti?

Pietro è un amico, oltre che un ottimo professionista. Una sera di settembre è nata l’idea di provare a fare questo disco assieme. L’abbiamo lasciata decantare per qualche mese e poi a gennaio, in modo molto rapido, abbiamo dato vita a Verano.

Verano: è un momento fortunato per la musica indipendente

Puoi raccontare la strumentazione principale che hai utilizzato per suonare in questo disco?

Ho usato dei moog e delle tastiere con suoni molto trattati, dei bassi distorti, chitarre, batteria e pad. E poi abbiamo registrato le voci con una tecnica abbastanza particolare a livello di bilanciamento, che non posso svelare. (La verità è che non sono in grado di ripeterla sebbene Paletti me l’abbia spiegata 3 o 4 volte).

Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimi di più in questo momento e perché?

Ce ne sono parecchi, è un momento fortunato per la musica indipendente questo. Sicuramente Calcutta, sono sinceramente felice per come sta raccogliendo. Ho conosciuto Edo anni fa, è capitato che aprisse qualche concerto. Vederlo realizzare tutto questo mi riempie il cuore e credo che abbia il talento per fare ancora grandi cose.

Cosmo è un altro artista che merita tantissimo, di cui ho seguito il percorso dagli albori dei Drink to Me. Penso che sia una delle cose più belle degli ultimi anni. I Cani, perché a sto giro hanno fatto un disco bellissimo e densissimo, ammiro molto quel modo di scrivere.

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