La recensione: “Id-Leaks”, Black Beat Movement

Lo chiamano nu-soul, nu-funk, d’n’b e con altri acronimi ameni. Fatto sta che è l’evoluzione, a volte elegante e a volte graffiante, di quel soul che va da Marvin Gaye ai Brand New Heavies e che, giova ammetterlo, non sempre getta l’autore di questo post nell’entusiasmo più assoluto.

Messe le cose in chiaro fin da subito, va però detto che qui si parla di un disco notevole: l’8 aprile esce “Id-Leaks“, esordio dei Black Beat Movement, buon mix già discretamente rodato di ex membri di Vallanzaska, Rezophonic, Rootical Foundation, guidati dalla voce sicura di Naima Faraò.

Il ritmo è sempre sostenuto, le atmosfere variano, produzione e arrangiamenti sono curati e c’è una ricerca approfondita del terreno su cui far muovere le tracce del disco.

Si parte con “Break it” e l’aggettivo che arriva spontaneo è “internazionale”, per quanto banale possa essere la definizione. Fatto sta che il respiro della band è quello fin da subito. Il pezzo cambia ritmo e non si adagia mai.

Pla(y)ces” ha uno scratch di partenza, tiene il ritmo medio e sembra un po’ compiaciuta, ma si passa subito a “The Trick“, che ha una vocalità che richiama Prince. L’atmosfera è sensuale ed è favorita anche da un basso marcato.

Gypsy Lady” è guidata da ritmi di chitarra. Si può avvertire qua e là nel disco un senso di “nostalgia” per certe sonorità, ma non sembra fine a se stessa. C’è poi “Gloomy“, e qui siamo in terreni di puro soul, ma il pezzo non si addormenta su se stesso, anzi cambia in fretta.

L’atmosfera si fa più oscura con “F-Love“, alimentata dalla tromba in sordina che introduce. Naima offre in questo pezzo la prova vocale migliore, in uno dei pezzi più intensi del disco.

All trapped” confina con l’hip hop, anche se è molto vintage. Non ci sono mode da rincorrere, al massimo sonorità originarie da estrarre dal passato con puro gusto da collezionisti. Chiude “What a Gwaan?“, il finale un po’ isterico di un disco vario e ben pensato.

C’è stile e c’è personalità nella band. C’è anche la voglia di offrire sensazioni differenti, aspetto a volte sottovalutato. Anche la scelta dei collaboratori giusti alimenta un’operazione complessivamente brillante. Ok, ogni tanto qualche stilla di entusiasmo la merita anche il nu-soul, o come si chiama.

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