Sono cinque i pezzi del primo ep de La fine di settembre, energico trio alternative rock di formazione molto recente (si parla del 2013). L’ep è stato registrato al Green Fog Recording Studio di Mattia Cominotto.
La band canta in italiano ma è evidente che l’ispirazione arriva da più lontano: le canzoni sono infatti influenzate da residui grunge, dallo stoner e da altri generi consimili.
Il trio è composto dai fratelli Fabio e Andrea Grosso, accompagnati dal batterista Nicolas Gargini: i tre hanno già una militanza comune alle spalle, all’interno dei Reservoir Dogs.
Il primo brano è Il mio eco, già un primo passo piuttosto robusto verso la direzione che la band vuole intraprendere. Con Il cammino di un illuso si approfondiscono gli echi di suoni che riportano ai primi anni Novanta, ma anche a gruppi come Staind o Linkin Park, ma senza intermezzi rappati.
Le capacità strumentali sono di ottimo livello, e anche la voce di Fabio Grosso regge perfettamente la prova. Una chitarra piuttosto sbandierata apre il discorso su Polvere: il tono è complessivamente più epico e l’impressione è che il pezzo sia stato posto al centro dell’ep proprio per fare da perno.
Non che l’atmosfera si plachi con le altre tracce: anche Il Dialogo, con un testo dagli accenti spirituali piuttosto marcati, ha sonorità roboanti.
Nonostante un inizio piuttosto forte e qualche intermezzo rumoroso, Inafferrabile è un po’ più moderata, con un lavoro plastico di chitarra a sorreggere le trame della canzone.
La copertina dell’ep vede il dipinto di un albero sovrastato dalla luna che attraversa tutte le proprie fasi: il trio voleva rimarcare in questo modo il proprio nuovo inizio e la simbologia del cambiamento.
Pur nell’ignoranza di quanto fatto prima dai tre, si può sicuramente riconoscere un buon primo passo in questo ep, costruito con attenzione e con buone punte di ispirazione.