Lo dico o non lo dico? Ok, lo dico. Prima di arrivare qui, Daniele Ronda ha lavorato come autore di Nek, Massimo di Cataldo e Mietta. Che, su un blog come questo, equivale a dire che è indiziato di strage.

Ma se si supera lo shock, si può ascoltare il folk del cantautore piacentino, contenuto nel suo disco “La rivoluzione“, con piacere e con interesse.

Le linee melodiche del disco sono semplici ed essenziali, molto chiare e senza complicazioni. A volte si sconfina nel pop più marcato, come in “Ognuno di noi“, mentre gli episodi più felici sembrano quelli più intimi, per esempio “Sembra che pianga“.

Ci sono parentele evidenti con il folk nord europeo in pezzi come “La rivoluzione“, che apre e dà il titolo al disco, che richiama alla mente anche brani degli ultimi Nomadi (non a caso, nel disco d’esordio, Ronda aveva collaborato anche con il loro ex cantante, Danilo Sacco).

Ci sono affinità anche con la canzone d’autore italiana storica, soprattutto quella sanguigna ed energica, che non si piega a eccessivi intellettualismi ma che preferisce incitare all’azione: si veda per esempio “La monetina“.

A volte si sconfina persino in un reggae da Bassa Padana, per esempio ne “La regina” (ove la regina è la fisarmonica). A volte si superano i confini della Padana per andare a interagire con la pizzica salentina, come ne “Le donne italiane“.

C’è spazio anche per divagazioni culinarie: “Il fuoco ed il tempo”, con la licenza poetica di quella “d” eufonica in più, usa come punto di partenza un classico della cucina piacentina, i pisarei e fasò.

Si tratta di un disco vivo, che forse sarebbe stato più efficace con un maggiore lavoro di selezione delle tracce, ma che ottiene risultati complessivi più che apprezzabili.

Il 5 aprile Daniele Ronda sarà in concerto al Teatro Politeama di Piacenza (via San Siro 7 – ore 21.00 – Platea € 20,00 + € 1dp; Galleria € 16,00 + € 1dp) per l’anteprima de “La Rivoluzione – Tour”, dove presenterà live i brani del suo album .

Daniele Ronda sarà accompagnato sul palco dalla sua band Folklub, composta da Sandro Allario (fisarmonica pianoforte, organo hammond), Carlo Raviola (basso), Matteo Calza (chitarra elettrica, chitarra classica, chitarra acustica, mandolino e banjo) e Marcello Borsano (batteria).

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