Succede di voler cambiare direzione o almeno di mutare qualche particolare di se stessi che non ci convince più: è successo a Federico Braschi, che ha pubblicato il proprio esordio sotto lo pseudonimo Lui Sono Io, ma che ora preferisce usare il proprio nome.
Ma non da solo: Richmond, il primo ep a firma Braschi infatti è cointestato al produttore JD Foster, che appartiene alla compagnia di giro di Marc Ribot, dei Calexico e anche di Vinicio Capossela. E anche i Calexico stessi partecipano all’ep, nobilitando i quattro pezzi con la voce di Joey Burns e gli strumenti di Jacob Valenzuela.
Santa Monica racconta una storia di disperazione e solitudine, su paesaggi molto vasti resi ancora più larghi da un sax che si distende morbido sulle voci, prima quella di Braschi e poi quella di Joey Burns. Il pezzo era già presente sul disco di debutto di Braschi, ma qui è riletto e risuonato per intero.
Anche I tuoi occhi non è del tutto inedita: si tratta di una libera rilettura di “All About You” degli Slummers. La ballata si svolge morbida e romantica, senza sussulti e con una buona melodia.
Più mossa Il ponte sul fiume che non c’è, dedicata a un ponte realmente esistente in Romagna, vicino a casa di Braschi. Ritmata e acustica, è forse la canzone meglio riuscita e più completa dell’ep.
Old Stone Bridge è introdotta dalla spiegazione in prosa del cantautore, che poi lascia spazio di nuovo alla voce di Burns, che duetta in inglese con Braschi su un pezzo piuttosto morbido.
Il lavoro offre spunti di interesse e mette in evidenza il talento di un cantautore che riesce a non farsi schiacciare da “padrini” così famosi e ingombranti. L’unico difetto è che è soltanto un assaggio: si spera di continuare con le portate più succulente al più presto.
