Si chiamano Sprained Cookies e hanno appena fatto il loro esordio su lp, ma alle spalle hanno già una discreta esperienza tra ep, tour, concorsi vinti (per esempio l’Italia Wave Band) e partecipazioni a compilation.
Il loro disco si chiama Drifted on an oaken mirror (qui la recensione) e a rispondere alle nostre domande è Cecilia Frusciante, cantante e “metà” della band, che si completa con il polistrumentista Corrado Maria De Santis.
Avete già un notevole palmarès quanto a premi vinti e a riconoscimenti… Mi potete raccontare un po’ della vostra storia “da dentro”, prima di questo disco?
Fin da quando gli Sprained Cookies sono nati, abbiamo vissuto questa esperienza sul filo del rasoio, una continua scoperta di ciò che potevamo creare e fare a distanza, le nostre piccole conquiste sono arrivate grazie a qualcuno che ti apprezza e quel qualcuno poi diventa un po’ di persone che ti seguono, soprattutto questo fa vivere un gruppo.
Viviamo per i live, siamo sempre abbastanza sofferenti quando siamo in pausa. Tutto il tempo trascorso dal nostro primo ep, “Deliverin’ the sacred feathered one”, e il nuovo “Drifted on an oaken Mirror” fino a oggi è servito per far crescere i pezzi che compongono il nostro nuovo cd.
“Drifted on an oaken mirror” è il vostro esordio su distanza lunga: potete spiegarmi come l’avete preparato, come avete approcciato il lavoro e che cosa significa il titolo?
Il nostro modo di comporre e di prepararci ai nuovi pezzi è sempre lo stesso da quando io e Corrado abbiamo coscientemente, ma anche con un po’ di incoscienza, intrapreso questa strada polverosa, ossia preliminarmente ci scambiamo files contenenti nuove idee, visto che viviamo in due città diverse, lui scrive la musica, io le poesie in italiano e in inglese, le due energie si fondono alla perfezione a distanza, si concretizzano durante gli incontri o per i live o per registrarli in forma definitiva.
Il titolo ha un significato onirico, così come il senso di alcuni miei testi, rappresenta il rinnovamento, la trasformazione che subiamo da percettori delle varie esperienze come esseri umani, il moto continuo, non siamo mai gli stessi e siamo gli stessi allo contemporaneamente.
Mi sembra ci sia un percorso all’indietro nel tempo nel corso del disco: i primi pezzi mi fanno pensare agli anni Ottanta e alla new wave, poi piano piano ci si trova proiettati all’indietro verso la Summer of Love e oltre… E’ un effetto voluto oppure una casualità?
Non è un effetto voluto, ma neanche casuale visto che i periodi che hai citato rappresentano in pieno il nostro gusto musicale. Proiettati al passato, ma non offuscati, siamo lucidi, sappiamo di suonare “vecchio stile”, ma la nostra pazzia consiste nel credere che quel 60’s mood sia sempre ispiratore di nuove vibrazioni e verità da rivelare.
Che dire della rivista brasiliana che ha detto che questo sarà “l’anno degli Sprained Cookies”? Che sensazione si prova a essere apprezzati anche in paesi tutto sommato sorprendenti?
Non può che emozionare una cosa del genere, sorprendente è la parola giusta per riferirsi al fatto che piacciamo ai brasiliani! Sono stati davvero grandi, li ringraziamo per il supporto, per le occasioni che ci hanno concesso, se sarà davvero il nostro anno, andremo a festeggiare in Brasile!
Dite la verità: “Lisergic” l’avete scritta nel caso vi chiedessero una canzone per la colonna sonora del prossimo “007”, vero?
Non ci pensavamo, ma nel caso…!!!