Da non confondere con i quasi omonimi Black Beat Movement, gli Earth Beat Movement si sono formati nel 2012 e ora cercano la strada giusta con il primo lp, Right Road.
Nel disco, che segue l’ep del 2013 Ebm, ci sono ritmi reggae e declinazioni hip hop, proposti in una formula tutto sommato tradizionale per i due generi di riferimento.
La prima traccia è Get a Sense, introduzione piuttosto standard al disco, con ritmi dub e reggae non particolarmente estremi. Si passa a un testo italiano con Sono io, sostanzialmente una canzone di affermazione.
Make a place inizia a presentare un tessuto un po’ più spesso, riesuma qualche episodio di scratch. Più festoso il clima in Parlano di me, anche se è per lo più apparenza: il brano hip hop parla della stretta attualità e della classe dirigente di questo Paese.
L’alternanza prosegue con il ritorno al reggae di Bitter Tears, mentre in Devi dire sì l’obiettivo polemico sono alcuni colleghi propensi al compromesso.
Istinto procede lungo linee piuttosto morbide ospitando l’intervento incisivo di Toni Moretto. Lovely smile non accelera i ritmi, anzi si adagia su tonalità solari.
No Diggity inserisce i fiati e adotta un suono più vintage, mentre si torna a sonorità festive ed estive con Reggae Music. La title track Right Road chiude il disco e il discorso con note di pianoforte e un andamento pop. A seguire la classica extra track con Bitter Tears Dub.
Il disco degli EBM scivola via rilassato, tranne che per qualche pezzo arrabbiato, che però stempera la propria forza immerso in grandi nuvole dub. La band suona più efficace quando raggiunge le maggiori punte di acidità.
