La recensione: “SP&IVV”, Simone Piva & i Viola Velluto #TraKs

Con robuste dosi di gavetta alle spalle, Simone Piva & i Viola Velluto pubblicano SP & i VV, lavoro ricco di impatto ma anche di ispirazioni ondivaghe.
L’iconografia di riferimento e le fonti di ispirazione sono quelle legate alla Frontiera, del West come idea, dappertutto nella pratica dell’Italia di oggi.

Si parte con Scimmia, rock piuttosto sostenuto con un testo tra nonsense e anarchie strutturali. Piuttosto sghembe anche le traiettorie di Baby Londra, che parte piano per poi arrabbiarsi progressivamente lungo il tracciato.

Più rilassato il clima all’interno di Dimmi qual è il tuo segreto, che si giova dell’aiuto dei fiati; la rabbia delle prime due tracce sembra sciogliersi in parte in un brano quasi pop, a metà tra Ex Otago e Cure.

Italia Far West recupera il bandolo della matassa riportandoci in atmosfere, come si intuisce dal titolo, più vicine a Tex Willer e a Toro Seduto (oppure ai Calexico e a Morricone, sul piano musicale).

La fisarmonica apre i discorsi di Souvenir, che presto però diventa terra di conquista per la chitarra e per i ritmi elevati, in una canzone che ha diverse sfaccettature.

Molto più granitici sia la struttura sia il sound di Ok man!, tra riff insistiti e storie poco edificanti fatte di blocchi stradali e brutte esperienze con persone in divisa.

“Escogiterò un piano geniale per/non lavorare più in fabbrica”: questo l’incipit di Vamos Companeros. Dopo questi versi largamente condivisibili parte una canzone-anthem, semplice ma ad alta quantità di ottani, con qualcosa di antichi Litfiba in vista qui e là.

Fede abbi fede parla di sogni infranti ma sempre con la batteria che picchia forte e con gli altri strumenti che contribuiscono in termini di sostanza.

Cronaca di una fine annunciata cambia in parte atmosfere inserendo qualche ingrediente ska nel tessuto rock, per raccontare una storia particolarmente vicina.

Il ritmo si rilassa in vista del finale: Dobar Dan Zagabria scioglie parte della tensione, utilizza i fiati in maniera più morbida e chiude con descrizioni non proprio serene ma con un clima di pacificazione possibile.

Non sono pigri né scarichi riguardo all’energia, Simone Piva & i Viola Velluto. Travolti dall’entusiasmo si lasciano sfuggire qualche piccola sbavatura qui e là; niente che non si possa perdonare osservando il quadro complessivo.

Il suono del progetto è ben progettato e incisivo ed emerge anche una buona quantità di passione, che aiuta la trasmissione del messaggio.

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