La recensione: “To Fill My Soul”, Robi Zonca

Arriva al quinto album Robi Zonca, bluesman italiano di lungo corso, piuttosto popolare all’estero: il disco si chiama To Fill My Soul e conferma le qualità del cantautore, già collaboratore della Treves Blues Band, di Aida Cooper, di Mia Martini, che ha diviso il palco anche con Ginger Baker.

C’è molto blues, un po’ di soul, molta chitarra e molta eleganza nella musica di Zonca, che ha acquistato ormai una grande maestria nella gestione di effetti, influenze e tessuto musicale con cui lavorare. Per i testi si è fatto aiutare in questo caso da Marco Grompi, giornalista, poeta e leader dei Rusties, in un connubio che si direbbe molto riuscito.

Si parte piuttosto spediti con Sick and Tired, che dà un paio di sgasate sull’acceleratore e spedisce dritti su qualche highway del sud degli Stati Uniti, al ritmo di un blues ritmato e graffiante.

To Fill My Soul prosegue il discorso con un blues pulito e anche un po’ nostalgico, ben suonato e arrangiato con sapienza. Anche con This Ol’Heart’s Pounding sembra di fare due salti nel passato, quanto a sonorità e atmosfere. Il modello di riferimento qui possono essere gli Earth Wind & Fire come Burt Bacharach, il tutto gestito comunque con eleganza.

Più incisiva You Make Me Feel So Happy, in cui la chitarra elettrica incide a fondo i propri percorsi. Si torna a cadenze molto più morbide e ovattate con Julia, mentre il ritmo cresce con Anytime Anywhere Anyway, pur sempre senza esagerare.

C’è un pianoforte piuttosto convinto tra le pieghe di Hammers, tra le più vive e anche ironiche del disco. Altro lentone sincopato la cover di Bob Dylan Tonight I’ll be Staying Here with you, accompagnata da pregevoli sfumature di chitarra.

I Like It My Way introduce anche i suoni di tastiera ad arricchire un discorso in pieno swing, che si chiude con una scherzosa citazione da Sinatra. Si chiude con lo strumentale: Red Dress Blues è un pezzo che tocca corde piuttosto profonde, ma lo fa con la dovuta delicatezza.

Non è un disco sorprendente e probabilmente non vuole esserlo: vanno però apprezzata cura dei dettagli e ispirazione compositiva di un lavoro che non mancherà di interessare gli appassionati di blues e di chitarra.