Lady Ubuntu, “Signore se esistessi non sentirei più il ritmo orrendo del pensiero che si avvita”: la recensione

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Con il titolo sintetico Signore se esistessi non sentirei più il ritmo orrendo del pensiero che si avvita, fatto apposta per sballarmi tutti i parametri SEO,  i Lady Ubuntu pubblicano il proprio nuovo album.

I Lady Ubuntu sono di Alessandria. Nel 2012 esordiscono con Piuttosto che Incontrarvi farei Bungee Jumping (Biggie Records), un album realizzato utilizzando programmini open source scaricabili dalla rete, che ottiene però un discreto successo di critica.

Nel 2016 la band torna a farsi sentire con Epoca stupida e feroce (Periferica Produzioni/Blob.lgc), un ep che vede le collaborazioni del Re Tarantola e di MGZ, e che prelude al nuovo lavoro.

Lady Ubuntu traccia per traccia

Parte Signore se esistessi (Parte 1) e subito capisci che definire il disco “surreale” è un mero eufemismo. Si apre con un coro a cappella con controcanto, che poi lascia spazio a ritmi ossessivi, a un recitato/rappato piuttosto incisivo (altro eufemismo), con intermezzi balbettati su basso slappato tipo Primus.

Lo Senti? (Quello che ti schiaccia) sceglie sonorità più insinuanti, con una malinconica chitarra blues e fiati più spernacchiati a completare il panorama inquieto.

Epoca Stupida e Feroce è rancorosa e rapida, con ritmi a martello e un cantato/recitato che si pone pochi limiti. Per esempio perché non parlare da uomo a uomo, con questa epoca stupida e feroce?

Poi arriva la molto notturna Donna – Buio, ritratto femminile non proprio e non sempre elogiativo (ma perché “le tue tette sono cattive notizie?”. Questo proprio non si capisce) del tutto sussurrato, su un background musicale disordinato.

Quello che penso realmente della situazione politica (blues) è un (talking) blues con accompagnamento minimale su un “rant” ora serio ora meno (ma la parte sulla zia che è una casseruola davvero non è male), teso a illustrare rapporti tra media, politica ed economia.

C’è del blues anche ne Il Denaro, altro brano impattante e a tema economico. Invece Insulina per Cani (Storia di R.E.) parla di farmacie, fruttivendoli e del male del mondo su ritmi techno.

He resigns, con la collaborazione di Re Tarantola, ha un’atmosfera plumbea e sonorità minimali. Al contrario Non sentirei più il ritmo orrendo del pensiero che si avvita è ossessiva e massimalista, senza spazi vuoti, soprattutto nel curioso dramma social che va in scena alla fine del brano.

Maledetta Melodia (Le musichette del nulla) dibatte sulla necessità di inserire un pezzo più commerciale, e in effetti lo fa: ritmi dance e la frase “musichette del nulla” ripetuta a loop.

Signore se esistessi (parte 2), con i Camillas, è la risposta di Dio ai Lady Ubuntu. C’è qualcosa di strano? L’album si chiude qui, anche se c’è una coda finale con il remix di Insulina per cani firmato da La Tosse Grassa.

Disco geniale e scomposto, con influenze di epoche ormai lontane (i già citati Primus, i Morphine, altri cantori dello sgomento persi nei decenni), quando i Lady Ubuntu dicono che Signore se esistessi eccetera è il loro capolavoro hanno qualche parte di ragione. L’album è violento, arrabbiato, psichedelico e allucinato, ma trova vie di espressione efficaci, di grande impatto e funzionali a un pensiero evidentemente molto laterale.

Se ti piacciono i Lady Ubuntu assaggia anche: Underdog

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