Le Strade: spaccheremo anche domani #TraKs

Hanno pubblicato da poco il loro secondo ep, Poco tempo per sopravvivere: il quartetto bolognese Le Strade ha anche risposto a qualche domanda in questa intervista.

Come avete affrontato il lavoro su questo vostro secondo ep?

In maniera molto tranquilla e serena, praticamente è filato tutto liscio come l’olio. Siamo riusciti a coordinare ogni aspetto che va dalla produzione a casa, fino al lavoro in sala prove e in studio.

Considerando poi che nella nostra band tutti abbiamo altre cose da fare, per riuscire a coordinare voglia, cervello, intenzioni e sogni come si suol dire, ci vuole impegno e organizzazione, altrimenti impazzisci, soprattutto quando devi curare tu (band) ogni aspetto.

Facciamo 20 lavori in una volta: etichetta, booking, ufficio stampa, università, call center, musicisti, corsi…

Avete cambiato produzione dopo il vostro esordio: perché?

E’ stata una cosa naturale, che fa parte secondo me del normale percorso di crescita artistica di una band. Crescendo musicalmente e soprattutto come persone, hai voglia di non fare le stesse cose e affrontare nello stesso modo il lavoro, e anche tra di noi della band il modo di capirci si evolve di continuo, si scoprono nuove qualità e si cercano di tenere da parte le incomprensioni.

Per quanto riguarda la produzione artistica abbiamo scelto di passare da Marco Bertoni, che non finiremo mai di ringraziare, a Roberto Rettura.

L’abbiamo scelto perché lui è un produttore artistico emergente della nostra città e credo che cuori infuocati dal basso insieme possano creare cose gigantesche. Risultato raggiunto per quanto riguarda noi. Speriamo sia così anche per voi.

“Sonny” riprende il personaggio intorno al quale Lucio Dalla aveva costruito “Il parco della luna”. Quali i motivi di questa scelta?

Mi trovavo in giro per Bologna, la mia città. Era notte, pioveva ed ero protetto dai portici. Istintivamente mi venne da ascoltare Lucio e capitò il Parco della Luna.

Il mix tra quella canzone e la magia delle strade bagnate di Bologna, mi fecero pensare ai cambiamenti che stavo attraversando, di tutto quello passato e di tutto quello che avrei dovuto fare… immaginandomi un racconto da fare a un grande amico che ora non c’è più.

Lucio Dalla parla di Sonny Boy, il nome è lo stesso ma la storia è completamente diversa. Ho provato a dare a Sonny Boy un’esistenza diversa da quella che si era immaginata Lucio per lui. Le mani a volte, se c’è magia, vanno da sole, bisogna solo sognare. Sonny adesso vive ancora.

Dal 2011 a oggi non avete affrettato i tempi e avete pubblicato soltanto due ep: problemi congiunturali oppure preferite curare il dettaglio allo spasimo? Vi sentite pronti per il primo lp?

Siamo nati pronti, molto sinceramente ti dico che ci sono tempi e modalità per fare le cose, e secondo la nostra visione è meglio affrontare un percorso artistico passo dopo passo piuttosto che buttar fuori dischi come fossero ceppi di insalata dalla finestra.

Credo che una giovane band rischia di bruciarsi se butta troppe canzoni in giro. Fino ad adesso abbiamo scelto di dare assaggi e sicuramente, dopo due ep, il prossimo passo sarà un disco.

La qualità non ci manca, la convinzione e la voglia tantomeno. Siamo sicuri di noi stessi, siamo tra le migliori band in Italia e se spacchiamo oggi, spaccheremo anche domani.

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