Dopo i tre singoli usciti quest’anno, è uscito Esagerato, l’album di debutto di Lelio Morra, cantautore partenopeo trapiantato a Milano. Il disco è pubblicato da Solid Records/ Iuovo ed edito da PeerMusic.

Esagerato racconta storie ed esperienze della vita di Lelio, ovvero quella di un musicista trentenne che da qualche anno si ritrova a vivere tra Milano e Napoli.

Esagerato è il titolo che ho scelto per il mio disco.” racconta Lelio “Chi mi conosce sa che è una parola che uso come intercalare ogni 4/5 cose che dico. Mi diverte la doppia lettura che può averne il significato data l’accezione negativa del termine in italiano in contrasto con quella napoletana. E’ una parola di nove lettere, nove le fotografie in copertina, nove le canzoni. Sarà che giocavo a calcio col numero 9 e mi chiamavano Toro Baroa. Sarà che un amico tempo fa mi ha parlato della serie dei 9.”

Lelio Morra traccia per traccia

Si parte da Giganti, e si parte subito con quel cantato un po’ piacione che si adatta bene a un background sonoro morbidino e molto pop.

Ritmi più sostenuti e anche qualche oscurità in più con Nessuno, brano pop-rock, con un buon lavoro di drumming.

Già nota Chissà perché, che con il suo andamento movimentato e le sue immagini fresche ha contribuito alla fama in crescita di Morra.

O2G (che sta per “Ogni due giorni”) si fa più languida, tra una fischiettata e qualche tasto di pianoforte. Storie chiuse male ma anche qualche sorriso qui e là.

Altro singolo la “protesta” di Torno a scuola, pezzo soffice e sognante, ma con qualche pensiero negativo sottotraccia.

Un po’ più mossa Il mare intorno, che si compone di strumenti e di suoni alternativi, mettendo in rilievo una vocalità di ottimo livello.

Ballad con molta malinconia e molto disagio indie ecco poi Gli Aeroplani, altro singolo molto ben piazzato nelle varie playlist.

Ogni volta che (Elena) porta con sé il violino e un duetto con Blindur, per una canzone dolce e un po’ nostalgica.

Si chiude con Poche cose, sorretta da un buon lavoro di basso e da ritmi che salgono dal profondo.

C’è una scelta curiosa ma evidentemente di successo nel lancio di questo disco: i singoli sono stati scelti tra i pezzi, vogliamo dirlo?, più melensi dell’album. E invece, fatto salvo un modo di cantare di Lelio Morra che può piacere oppure no, il resto del disco ha nerbo e qualità e prende direzioni diverse e più cantautorali.

Genere: indie pop

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