L’intervista: Baudelaire’s Conspiracy, l’obiettivo è chiaro #TraKs

Il loro ep si chiama Volevamo Suonare Indie Rock, Ma Siamo Zarri Dentro e ne abbiamo ampiamente trattato nella relativa recensione. Loro si chiamano Baudelaire’s Conspiracy ma non fanno musica propriamente baudelairiana, a meno che il poeta francese, in segreto, non fosse un patito di elettronica, alternative rock e dark wave (e fanculo gli albatros). Li abbiamo intervistati.

Come nascono i Baudelaire’s Conspiracy?

Fell: Ci siamo conosciuti anni fa in vacanza a Berlino. Suonavamo come artisti di strada. Tra una cosa e l’altra abbiamo scoperto di abitare vicini. Stessa città, facile. All’epoca eravamo solo in due: me e Tia.

Tia: Suonavo il banjo, malissimo. Fell se la giostrava con le maracas e il bongo. Dopo diverse serate spese conoscendo musicisti e dj siamo tornati in Italia e abbiamo iniziato fare djset sperimentando con il basso e la tastiera. Jack, anche se non sembra, è il fratello di Davide.

Quando abbiamo sentito la necessità di trasformare definitivamente il djset in liveset, è stato naturale chiedergli di entrare nel Buadelaire’s come batterista.

Mi sembra che dentro il vostro ep convivano anime diverse (come del resto sottolineato dal titolo): una base strumentale per lo più elettronica che cerca un accordo, e a volte fa a cazzotti, con uno spirito rock/dark wave/post punk. Mi sbaglio?

Tia: Si, ci sono tante anime diverse. Jack è un metallaro sfegatato. Di quelli da doppio pedale. Però va a un sacco di serate a ballare, come il Trashick a Milano. Io Invece stravedo sia per i Foo Fighters che per i Bloody Beetroots. Fell invece…

Fell: …la mia prima musicassetta è stata Europop degli Eiffel 65! Poi mi hanno regalato un cd dei Persiana Jones e da lì ho iniziato anch’io ad apprezzare le contaminazioni.
Jack: Abbiamo gusti disparati però il nostro obbiettivo è unico, ed è quello di far ballare la gente durante i nostri liveset.

Mi potete dire qualcosa della collaborazione con There Will Be Blood? Pensate che le collaborazioni saranno una costante della vostra produzione?

Fell: Per i TWBB è stato amore a prima vista. Li seguivamo da anni e per il primo remix volevamo qualcuno che facesse la differenza. Loro in particolare suonano un garage blues pazzesco e si costruiscono gli strumenti da soli!

Tia: Insomma li amiamo. Trasformarci in There Will Be Dance è stato un onore e una sfida al tempo stesso. Durante i nostri liveset il loro remix è il pezzo che piace di più in assoluto.

Jack: Per le collaborazioni non possiamo ufficialmente svelare nessun nome. I gruppi con cui collaboriamo però arrivano tutti dall’ambiente indipendente. Abbiamo parlato con molti di loro e diciamo che siamo indicisi tra un “poligono” e “un mercoledì da leoni dogmatico”.

Tia: Il bello è che durante i nostri concerti inviteremo questi gruppi a suonare i remix assieme a noi. Grazie a queste collaborazioni stiamo conoscendo artisti provenienti da ambienti diversi e si vengono a creare bellissimi rapporti.

Questo ep si può considerare un antipasto di nuove cose a venire? Avete già un album in mente?

Tia: abbiamo passato l’estate nell’appartamento lacustre di Fell a provare i nuovi pezzi. Molti li porteremo in giro durante il tour invernale.

Fell: sono più incasinati di quelli precedenti. Io mi sono innamorato della bossa nova e, come nell’ep, stiamo chiamando a suonare nei brani diversi musicisti estrosi. Ci sarà un violino e attualmente stiamo sperimentando con la cornamusa. Però l’unico davvero convinto è Jack… valli a capire i metallari!

Jack: Adesso non esistono più delle etichette precise nei generi. L’importante è il prodotto finale. Quello a cui noi puntiamo e stampare sulla faccia delle persone un “WOW” ogni volta che ascoltano un pezzo.

La sperimentazione, per quanto in certi momenti è andata oltre la nostra umana comprensione, ci ha portati a produrre questo ep di cui siamo molto soddisfatti. L’idea di fare un album c’è. Aspetteremo il momento giusto per concretizzarla.

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