Un ep che arriva quattro anni dopo l’esordio discografico da solista, una nuova squadra ad assisterlo e quattro nuove canzoni decisamente degne di nota: Pietro Di Lietro alias Dilis pubblica L’alba negata e noi lo abbiamo intervistato.
Mi puoi raccontare la tua storia fin qui?
Prima di iniziare la carriera da solista ho suonato in diverse band, l’esperienza più significativa è stata con “La condizione danzante” dove registrammo anche un ep, come Dilis mi sono ritrovato a firmare l’uscita di un disco per la Seahorse pochi mesi dopo che avevo registrato la mia prima demotape, ho avuto la fortuna di suonare spesso da solo, è nell’ultimo periodo di trovare anche un equilibrio di gruppo con Dario, Vincenzo e Roberto.
Che tipo di periodo fotografa questo ep? E’ evidente come l’umore generale passi dal rabbioso al malinconico…
La nostra generazione ha nostalgia di ciò che non ha mai vissuto, “L’alba negata” fotografa questo periodo, cerca di fare un’analisi lucida e razionale, la mancanza di coraggio nel riscrivere il nostro copione, l’ep racconta un po’ tutte queste cose, dai minuti sempre contati di “Le nostre mani” alla necessità di dover emigrare per vivere una vita dignitosa in “Lontano da tutto” .
Mi colpisce nell’ep la volontà di creare quattro panorami sonori differenti, pur nell’omogeneità complessiva. Mi puoi raccontare qualcosa di come scrivi le tue canzoni? Qual è la tua routine nel comporre?
Non mi sono mai posto un limite di genere, ho sempre pensato che le canzoni sono delle storie da raccontare e ogni storia ha una sua colonna sonora. Non ho uno schema fisso per la scrittura, nella maggior parte dei casi però inizio dalla musica prima che il testo, sul testo ci lavoro molto, spesso resto anche mesi per una sola frase che non mi convince: è fondamentale per me esprimere il concetto cercando il modo più semplice senza cadere nella banalità.
Stai lavorando a un nuovo lp? Pensi che avrà lo stesso tipo di umore e di atmosfera de “L’alba negata”?
Sì, qualche brano è anche già a un buon punto , considero l’ep come un ponte tra il primo disco e il secondo, quindi è probabile che mi porterò dietro qualche atmosfera dell’ep ma ho sempre molta voglia di sperimentare quindi sarà tutto in divenire.