E’ uscito di recente Colours (qui la recensione), ep che riunisce alcuni remix di brani apparsi su Painless, ultimo lavoro di inediti di The Sleeping Tree, moniker del bassista dei Mellow Mood Giulio Frausin. Lo abbiamo intervistato.

Perché hai deciso di pubblicare un disco di remix?

L’occasione a dire la verità era quella di questo tour, sapevo di avere un paio di settimane di concerti in giro per l’Italia. Painless è uscito da un annetto abbondante, mi piaceva l’idea di regalare ad alcune delle canzoni dell’album una veste nuova.

Una sorta di celebrazione di Painless ad un anno di distanza… E con un abito nuovo di zecca.

 Come hai scelto gli autori dei remix?

In realtà mi hanno scelto loro. Con tutti loro ho un rapporto di amicizia che dura da tanti anni, con IOSHI e Pippoburro poi condivido anche il lavoro all’interno di Mellow Mood…

E quando si parla tra amici musicisti è inevitabile che prima o poi ci si chieda “posso farti un remix?”. Credo anche che il rapporto di amicizia sia fondamentale per la costruzione di un progetto/prodotto artistico che vale.

Puoi descrivere che tipo di emozione rappresenta sentire il proprio lavoro trasformato dalla sensibilità di un altro musicista?

È una sensazione a metà tra la meraviglia e la sorpresa. Meraviglia perché si tratta di ascoltare una propria idea rielaborata, trasformata senza che mi sia possibile intervenire in prima persona.

È come vedere i propri figli andare al primo giorno di scuola, con un vestito che non ho scelto io. Sorpresa perché sono un analfabeta quando si parla di computer music… Mi sembra tutto magico.

“We are lost”, che qui risulta uno dei pezzi più convincenti a mio parere, non aveva trovato posto in “Painless”. Puoi raccontare come nasce la canzone?

“We Are Lost” era un provino di Painless, nato in un periodo in cui pensavo che avrei dovuto unire dell’elettronica al mio cantautorato. Altre canzoni poi finite dentro Painless in realtà hanno avuto la stessa genesi (Ulysses’ Disciple o Sorcerer, per esempio), ma poi spogliate di tutto hanno avuto una loro collocazione nell’album.

Mi sono accorto che We Are Lost era molto bella vestita di elettronica, ma non altrettanto potente nuda. Allora l’ho girata al mio amico NIAM (batterista dei Dot Vibes), di cui apprezzo molto il gusto electro-soul… Sapevo che avrebbe dato al pezzo le giuste tinte, la giusta sonorità. E sono contentissimo del risultato!

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