Vivi con garbo è il nuovo singolo che anticipa il secondo disco in italiano del cantante e polistrumentista Luca Fol per TSCK Group.
Dopo l’album d’esordio Io sono meno inglese di thè, molto apprezzato da pubblico e addetti ai lavori, il primo singolo a introdurci al nuovo lavoro è questo brano tra electro pop e cantautorato con cassa in quattro che non abbandona mai la scena, dando al pezzo, sin da subito, un andamento vivido e dinamico ornato da prorompenti chitarre distorte e con inattese incursioni funky.
“Quelli della mia generazione a quindici anni si pensava che la musica più vera fosse fatta con chitarra basso e batteria. L’elettronica è una merda”. Il testo apre con una prima provocazione, rivolta a una vecchia generazione critica nei confronti della musica elettronica, ignara di quanto sarebbe diventata fulcro essenziale per la generazione successiva. Non mancano poi i riferimenti all’ambito sociale: “se si parla di integrazione per favore…..”: Fol mette i puntini sulle i in maniera diretta su concetti quali immigrazione, integrazione, società multiculturale, spesso volutamente confusi e mischiati semplicisticamente dietro a parole come “barcone”.
Ricco di parole e di informazioni, il testo è un pensiero caotico ma ordinato, che riflette con ironia su quanto l’ossessione che ci caratterizza oggigiorno ci renda persone vulnerabili. Pulsante, dinamico, ma “Con garbo”, appunto, questo viaggio è un invito a mettere da parte l’egocentrismo e l’arroganza per un approccio alla vita più sereno e disteso.
Vivi con garbo per favore, fallo per il buonumore” è la prima frase che ho scritto per questo brano, con l’invito rivolto in primis a me stesso a lasciare andare i pensieri ossessivi e imparare a dosare ogni singolo momento di affanno verso uno stile di vita più composto ed equilibrato. La voglia di scrivere un testo ricco di riferimenti ironici è nata dal grande amore nei confronti del cinema e del linguaggio di Woody Allen, difatti la seconda strofa nasce come citazione riferita al film “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (ma non avete mai osato chiedere)
Il brano è prodotto e arrangiato da Antonio Patanè che segue il progetto da molti anni sia in studio che live, e segna un nuovo step nel percorso in italiano inaugurato da Fol nel 2020, dopo alcuni lavori in inglese. Questo nuovo stile del musicista riminese, classificatosi terzo alla XX edizione del Premio De Andrè, è frutto di un lavoro di contaminazione e rielaborazione di diversi linguaggi che lo hanno portato ad abbracciare colori e sfumature ispirati ai suoi ascolti: da Baustelle, Battiato, Bluvertigo a Beatles, Velvet Underground, Talking Heads, Television, assemblati però in una propria identità musicale.