Metcalfa: ho investito su me stesso a livello musicale e spirituale

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Torna il progetto di Metcalfa, alter ego musicale del batterista e compositore Metello Bonanno, con un nuovo album disponibile su tutte le piattaforme digitali. Un disco che rifugge le etichette di genere e si stratifica di influenze, si immerge nell’elettronica, nel jazz e nelle potenzialità dello strumento della batteria.

Lo abbiamo intervistato, sul suo complicato rapporto con Milano, sulla sua voglia di continuare a fare e vivere di musica, nonostante la frattura del Covid, e nonostante tutto. 

Ci siamo tutti annoiati a sentire parlare di Covid. Ma la tua assenza così prolungata non può che farci pensare che possa avere avuto un ruolo nel tuo percorso musicale

    Ho preso il Covid come un momento per “ricostruirmi”. Non mi sono voluto buttare giù, annullare; semplicemente mi sono concentrato su altro, sullo studio, ho investito su me stesso a livello musicale e spirituale in modo da arrivare preparato al momento giusto. E soprattutto arrivare ad essere in grado di riconoscerlo, il momento giusto.

    Magari anche nel modo di vivere e fare musica? (Magari, per esempio, hai meno voglia di andare ai concerti o di esporti musicalmente)

      Sarà una risposta scontata, ma per me la musica permea davvero la vita che conduco così come la permeano la pratica del kung fu, la passione per la cucina e per l’arte in generale. Inoltre, adoro andare ai concerti: sono felice quando incontro un musicista più esperto di me, perché mi sento immediatamente ispirato e  stimolato a provare qualcosa di nuovo. 

      Qual è la tua personalissima definizione di “soundscape” e che cosa c’entra con il tuo ultimo album, lagom?

        Tralasciando la definizione tecnica per me il “soundscape” è quando ascoltando un brano, una canzone o anche solo un suono vengo istantaneamente investito da una serie di sensazioni che risuonano particolarmente in me. In Lagom ho cercato di fare lo stesso, di comporre musica che andasse a toccare determinate corde e le facesse vibrare in me. Ho voluto esprimere me stesso e comporre musica di cui avrei avuto bisogno in determinati periodi della mia vita.

        Cosa fa in modo che tu rimanga a Milano, nonostante tutte le difficoltà del caso?

          Be’, principalmente i miei obiettivi, alcuni legami molto forti sviluppatisi negli anni, gli amici e il mio lavoro. È una città che mi piace molto e nella quale c’è sempre qualcosa di nuovo.

          Ti senti mai forzato a essere produttivo e forzato a fare nuova musica?

            Assolutamente no. O meglio, delle volte mi sono seduto con l’intenzione di scrivere qualcosa come esercizio, ma non ho mai forzato la mano quando non sentivo l’ispirazione. Anche se l’ispirazione stessa deve essere allenata, in modo da non affidarsi soltanto al “colpo di genio”.

            Pagina Instagram Metcalfa

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