Michele Anelli, ex leader della rock band The Groovers, ha pubblicato di recente il suo nuovo album Divertente Importante. Prodotto da Paolo Iafelice per Adesiva Discografica, contiene undici brani che racchiudono momenti quotidiani vissuti dall’autore e altri condivisi con persone che ha incontrato durante la sua vita. Lo abbiamo intervistato.

Da che tipo di ispirazioni nasce questo tuo disco? E perché “Divertente Importante”?

Nasce da una somma di piccole storie raccolte lungo trent’anni di rock’n’roll. Ho avuto la fortuna di poter raccogliere numerosissime testimonianze di vita che, in questo nuovo album, insieme a parti autobiografiche, hanno trovato la collocazione ideale. In ogni album che ho pubblicato, sia come Groovers sia come solista, le storie altrui sono sempre state presenti, in Divertente importante sono però emerse in modo più comprensibile e meno ermetiche che in passato.

Musicalmente l’ispirazione è arrivata dal soul, principalmente quello targato Motown, influenzato dalla matrice folk cantautorale che sto perseguendo da qualche anno. Sono un fan della musica anglosassone e, principalmente, ascolto e compro artisti stranieri. L’idea che in questi anni sto cercando di realizzare, è quella di presentare il cantato in italiano con una musicalità poco nostrana, influenzata dalle mie passioni musicali.

Ho intitolato il nuovo album Divertente importante per esprimere la difficoltà che oggi abbiamo a essere felici, come se fosse una colpa o un lavoro, come canto nel brano Est. Siamo circondati da continue notizie dure da assimilare e diventa difficile trovare il tempo per essere leggeri. L’album è un’esortazione a cercare di mantenere le cose importanti senza dimenticare quelle divertenti.

Quali sono state le difficoltà maggiori che hai incontrato nel realizzare il disco, se ce ne sono state?

Anche in questo caso mi ritengo fortunato perché ho potuto usufruire del massimo della professionalità e della amicizia delle persone coinvolte. La prima scrematura e i primi arrangiamenti li ho preparati con la collaborazione del tastierista Andrea Lentullo. In un secondo tempo sono subentrati Nik Taccori alla batteria e Elia, mio figlio maggiore, alla chitarra elettrica. Musicalmente il disco contiene pochi strumenti: chitarre acustiche ed elettriche, un piano Wurlitzer, batteria e percussioni e poco altro.

Il produttore Paolo Iafelice è stato abile a rendere caldo il suono coniugando sapientemente le atmosfere vintage con un sound moderno. Alla fine sono undici i pezzi finiti nel disco pubblicato. Anche il bellissimo lavoro svolto dalla grafica Cristina Menotti e dal fotografo Paolo Sacchi ha elevato la qualità dell’intero album, raggiungendo l’obiettivo che, fin dall’inizio, mi ero prefissato.

Come nasce “Ignora gli ordini alieni”, che trovo tra i brani più curiosi del disco?

Da anni conservo un’immagine della Telecaster di Joe Strummer sulla quale vi era l’adesivo “Ignore aliens order”. La frase mi era sempre piaciuta e, per questo album, mi sono inventato un testo per poterla cantare. Un testo autobiografico in cui rifletto su alcuni aspetti della quotidianità e sulla volontà di ignorare dettami che vengono imposti a livello sociale, che non mi convincono e ai quali non voglio sottostare.

Hai pubblicato anche un libro di narrativa, “La scelta di Bianca”, che è diventato anche uno spettacolo teatrale. Che tipo di differenze, in termini di sensibilità, comporta la scrittura della narrativa rispetto alle canzoni?

Il libro “La scelta di Bianca” è arrivato quando mi sono reso conto di aver scritto molte canzoni che hanno come protagoniste le donne. Ho voluto così allargare i confini delle storie, che in un testo di una canzone sono sintetizzate per necessità. Così sono nati otto racconti ispirati da altrettante canzoni. È stato un passaggio molto importante perché, come dicevo, molte volte la canzone non permette di addentrarti completamente nella stoia di una o più persone. I racconti mi hanno dato questa possibilità.

Puoi indicare tre brani, italiani o stranieri, che ti hanno influenzato particolarmente?

Degli italiani scelgo Eugenio Finardi Musica ribelle, Pierangelo Bertoli A muso duro ed Edoardo Bennato Quando sarai grande. Per gli stranieri The Clash London Calling, Woody Guthrie This land is your land e Bruce Springsteen Badlands.

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