Si chiama Save me ed è appena uscito il nuovo video dei Millennium Bug, band nata nel 2017 come progetto post grunge, ispirato dai dischi di artisti come Muse, Stone Sour, Nothing But Thieves e Foo Fighters.

In questi anni rafforzano il proprio repertorio così da eseguire un numero sempre maggiore di live tra le province di Pisa, Lucca, Prato, Firenze e Bologna. Sotto il video la nostra intervista con Steve, il cantante.

Come nasce il progetto Millennium Bug?

Nasce realmente a inizio 2017, anche se suonavamo già insieme da qualche tempo. In realtà il Palmé, Filo, Ste e Gabrì si conoscevano da anni, fin dai tempi delle elementari, mentre io mi sono aggiunto come cantante dopo che ci siamo conosciuti sul palco di una jam session nel 2015.

Con il tempo ci siamo resi conto che, nonostante avessimo influenze diverse, quando eravamo in sala prove le nostre cinque diverse identità musicali si fondevamo perfettamente, l’alchimia era palpabile e venivano fuori sempre robe interessanti. Insomma, un po’ come quando inizi a uscire con una tipa e poi ti scatta quel qualcosa che trasforma una scopatella del sabato sera nell’amore della tua vita.

Qual è la genesi del vostro nuovo singolo “Save me”?

Save Me è un pezzo strano. Ed è nato davvero per caso. Era uno di quei momenti di caos che ci sono sempre nelle sale prove, i primi 15 minuti quando tutti arrivano, le chiacchiere, le risate, quello che accorda, quello che strimpella, quello che fuma, quello che racconta l’ultima avventura.

Insomma, in mezzo a tutto questo caos, Ste aveva comprato un effetto per chitarra nuovo e lo stava provando. A me cascò l’orecchio su quel che stava facendo e ci iniziai a canticchiare sopra qualcosa. Due ore dopo, il pezzo era praticamente finito. Ancora era allo stato grezzo, certo, ma c’era. Aveva una forma.

Volete raccontarci qualcosa anche del video della canzone?

Che se ripensiamo ai giorni di shooting ci vengono in mente solo improperi di ogni sorta. È stata davvero un’avventura terribilmente sublime, tra sveglie alle 4.30 la mattina e riprese in condizioni veramente estreme. Eravamo infatti a girare sulla cima di un monte, a 1.500 metri di quota ed in pieno Novembre: le temperature erano artiche, anche a causa della costante nebbia e del forte vento che contraddistinguono proprio quel luogo.

Ma ci credevamo e ci piaceva moltissimo il soggetto proposto dai ragazzi della Paperboat, che rovesciava totalmente le aspettative di un brano che concettualmente sarebbe invece una sorta di ballad.

Ci piaceva l’idea di filmare qualcosa che in qualche modo distorcesse il significato della canzone, come se venisse interpretato dal punto di vista di un “villain” cinematografico, tipo il Joker di Christopher Nolan o il più recente Thanos della Marvel, entrambi personaggi etichettati come “cattivi”, che però credono fermamente in ciò che fanno e sono convinti di essere dalla parte del giusto.

Ecco, ci piaceva, nel nostro piccolo, raccontare quel punto di vista ed abbiamo avuto la fortuna di incontrare un talentuoso attore emergente italiano, Federico Mariotti, che ha amato da subito il progetto e ci si è tuffato dentro anima e corpo.

Quali sono i vostri capisaldi musicali?

Eh, bella domanda. Se iniziamo con la lista non finisce più, anche perché siamo cinque persone musicalmente molto diverse: io sono stato influenzato dalle voci di Corey Taylor e Chris Cornell, Gabrì vorrebbe reincarnarsi in Travis Barker, Ste sembra il figlio illegittimo di Jimmy Page, John Frusciante e Dan Hawkins, Filo ama tutto ciò che è tamarro e il Palmè invece è quello studiato ed eclettico, che ascolta dal Jazz al Metal al Synth Pop. Ma detto questo, se dobbiamo cercare i minimi comuni denominatori, le prime band che vengono in mente sono Muse, Foo Fighters, Stone Sour e Nothing But Thieves.

Quali saranno i prossimi passi dei Millennium Bug? A quando un disco?

Siamo ancora autoprodotti e autogestiti, quindi stiamo lavorando su tanti fronti. Il nostro scopo al momento è quello di riuscire a far arrivare la nostra musica e il nostro messaggio a più persone possibile ed è per questo che per ora abbiamo scelto di concentrarci sulla promozione sul web.

Questo significa che tutti i lavori che pubblicheremo nei prossimi mesi saranno fruibili online, sui nostri social e sulle varie piattaforme di musica e video, da YouTube a Spotify, passando per Deezer e iTunes. Il disco, se verrà, arriverà poi, quando sarà il momento… “ma non è questo il giorno!”

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