Sei anni di lavoro e di energie convogliate sono servite ai Movion per pubblicare il loro nuovo disco: la band piemontese ha realizzato Vertice, un lavoro che risente di atmosfere post rock particolarmente articolate, senza rinunciare alla fruibilità immediata.
Movion traccia per traccia
La traccia di apertura è Cronk, che richiama subito alla mente un universo di riferimento internazionale che è quello dei Mogwai e di God is an Astronaut, con un movimento fluido e avvolgente che contiene in sé tracce di dolore.
Più tranquilli anche se non del tutto pacificati i contorni di As Hard As I Can, che fa riferimento a pianoforte, tastiere ma anche chitarra elettrica per un percorso che si fa sempre più intenso e stratificato.
Ci sono movimenti profondi della sezione ritmica alla base di Prometheus Unchained, un Prometeo che esce progressivamente dalle catene che lo imprigionano, seguendo la strada tracciata da un brano che è un climax di energie e di luminosità graduale.
Con Endless Dog si torna a un fluire sonoro costante anche se sempre in crescita. Le voci robotiche, che sono una costante del disco, incrementano il pathos di un brano che si allunga ma senza perdere mai impeto.
Giusto al centro del disco c’è spazio per Anchor, due minuti netti per il brano più breve che si occupa anche di traghettare verso climi più cupi. C’è I, The Machine a proseguire il discorso: un’autobiografia della macchina che si esprime con un recitato e con sonorità che si espandono, con un tocco di dramma sempre percepibile.
That’s the way, he should have begun, but he’s hopeless porta con sé un titolo chilometrico e un viaggio ritmico sempre molto carico di intensità e di aspettative elettriche. Il pezzo si carica poi di piccoli glitch mentre accelera in modo netto e inaspettato.
Una voce narrante introduce The Activity of Sound, che poi decolla in modo autonomo verso pianeti lontani ma raggiungibili. Il discorso riprende a metà del lungo brano, per rilanciarsi verso il finale.
Ancora una voce umana in It Depends on You, che conclude il disco con un drumming particolarmente vivo, mentre il resto della band cospira a un’altra ascensione rapida e ricca di luce.
Non necessariamente lavorare sei anni a un disco produce ottimi risultati, ma in questo caso è stato così: i Movion hanno chiamato Vertice questo album perché sono consapevoli di aver riversato nel lavoro la parte migliore del proprio impegno e delle proprie capacità. Ne sono emerse nove tracce luminose e lavorate con grande cura, per un risultato complessivo all’altezza della migliore scena post rock internazionale.