NewTraKs: Sho, “Take One”

shoA sottolineare l’immediatezza della propria musica e la rapidità con cui sono stati incisi i cinque brani che compongono l’ep, gli Sho hanno battezzato Take One il proprio primo demo. La band è composta da Francesco Viero (chitarra), Dario Magri (batteria) e Luca Sabatini (basso). Suonano un mathcore/hardcore fluido, aggressivo ma senza superare un certo limite, capace di una certa intensità e del tutto strumentale, fatta eccezione per qualche urlo cacciato qui e là durante il disco.

Sho traccia per traccia

Il primo pezzo è Artsoigal, capace di mettere in buona evidenza il basso sulle prime e poi fluido nell’accompagnare il viaggio, caratterizzato soprattutto dalle digressioni della chitarra. La materia di cui trattano gli Sho è espressamente rock (o post rock, dipende da che lato si guarda), senza approfondire in maniera esagerata i  legami con generi strumentali a volte accostati al math, come il jazz, di cui non c’è traccia.

Anche Otman conferma le impressioni del primo brano, con il quale è in sostanziale continuità: qui un drumming scarno ma robusto sottolinea evoluzioni e passioni degli strumenti a corda, in un pezzo che alterna fiamme e fumo. Più chiara la struttura di Km32, tutto sommato tra le più essenziali dell’ep.

Si viaggia a ritmi non eccessivi ma con atmosfere pesanti quando si entra in Parco Giovanni Testori, sul quale si addensano nuvole elettriche piuttosto nere. L’ep si chiude con il pezzo più lungo (2 minuti e 50…), cioè Hutong, che parte piano e in modo evocativo, finché le già citate urla belluine esplodono e fanno salire di colpi soprattutto la batteria, per andare verso la fine di un lavoro non tranquillo.

Buona la coesione, buona l’ispirazione e significative alcune scelte degli Sho, che dimostrano di avere già capito in quale direzione muoversi e di non avere tempo per fronzoli eccessivi.

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