I NODe, acronimo di “Not ordinary, dead”, pubblicano Rcade. Su basi elettroniche pure si innestano elementi spuri provenienti dall’indie, dal punk, dalla new wave.
Fondati nel febbraio 2011 da Johnny Lubvic e Kamoto San(poi uscito dal gruppo), i NODe affrontano vari cambi di formazione che li portano oggi a una formazione che comprende il batterista Andrea Vinti, la vocalist Karissa, il bassista Stefano Marseglia e Roberta Arienzo, che si occupa dell’elettronica live e dei beats. Rcade è il terzo lp della storia della band.
NODe traccia per traccia
A chiarire ogni dubbio o incertezza, la partenza di We are, we are cala l’ascoltatore fin dall’immediato in una selva di suoni elettronici colorati e scintillanti. Le influenze dell’edm si incrociano con quelle del synth pop (anche) vintage.
Danny rules again propone atmosfere pop con abbondanza di synth e qualche beat che flirta con la dance.
Si passa a elementi giocosi con S.O.D.A., che mette a confronto le voci per uno sviluppo funkeggiante, tra videogames e cocktail. Voci robotiche presiedono a We can’t save the world, today, che procede a cerchi concentrici.
Le citazioni anni Ottanta sono quasi letterali all’interno di una scoppiettante Wrecked Star, capace di cambiare ritmo più volte all’interno del proprio percorso.
Inizio gentile e sviluppi più ambigui per Precious treasures, anch’essa separata in diversi segmenti ritmici con influenze disparate.
Ritmica continua e qualche sprazzo di oscurità filtra fino al cuore di This human kills, pezzo di carattere e di intensità.
Tocca poi a Summer of ’69, ricca di chitarra e scoppiettante ma più diretta e semplice delle precedenti. A chiusura ecco Theme from “We are, we are”, riproposizione del brano d’apertura con variazioni.
Piccole esplosioni di fantasia contrassegnano il nuovo disco dei NODe, che hanno sviluppato la propria storia aggiungendo e arricchendosi progressivamente, fino a risultati a volte barocchi ma anche molto spassosi.
Genere: edm, synth pop
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