Pas Mal è il progetto solista di Lorenzo Federici degli Eugenio in Via di Gioia. Bassista e autore degli EIVDG, dopo tanti dischi e palchi calcati insieme alla band, decide di mostrare la sua parte più intima e nascosta. Canzoni pensate e scritte di notte, momento del giorno in cui spesso bisogna fare i conti con i propri pensieri. Asciutto è il singolo d’esordio per La Clinica Dischi, che parla proprio di quanto sia complicato e disarmante mostrarsi nudi e senza filtri di fronte alle persone.
Pas Mal, una vita negli Eugenio In Via Dei Gioia (il primo album della band porta non a caso il tuo nome) e oggi una nuova rinascita in solitaria, con un progetto dal nome piuttosto evocativo che riesce a contestualizzare efficacemente il tuo singolo d’esordio “Asciutto”. A proposito: a cosa si deve la scelta del nome?
Prende spunto dal cinema francese, amo alcuni cineasti della Nouvelle Vague. Volevo un nome diverso dal mio e volevo che fosse in francese. Il mio era troppo legato a quel disco e volevo che fosse una nuova partenza. Purtroppo che io sappia non esiste un film con quel titolo, potrei comunque sempre realizzare un corto e intitolarlo Pas Mal.
Di certo sai che cosa significa la gavetta, e quanto possa essere importante per un artista “sbagliare” e procedere spesso per tentativi. Come credi di arrivare a questo nuovo inizio? Quali sono i consigli che Lorenzo si sente di dare a Pas Mal?
Arriva dopo tanti anni di musica, mi sento più sicuro e più consapevole dei propri mezzi. Credo arrivi nel momento giusto per me. Non è stata una scelta di getto ma ben ponderata. Consiglierei sempre di prendersi del tempo per fare le scelte giuste. E continuare a metterci l’amore e la cura in quello che si fa.
Asciutto è un brano che prova a descrivere una sensazione: quella, per una volta, di non lasciarci “sciogliere” dalle intemperie della vita. Ci racconti la genesi della canzone?
Ho iniziato a canticchiare la melodia durante un temporale estivo, ero in bicicletta e stavo tornando a casa. All’inizio acceleravo per evitare di bagnarmi mentre a un certo punto ho rallentato infradiciandomi del tutto. Mi sono sentito libero di un peso, quasi una rinascita. Una volta a casa ho scritto in pochissimo tempo il resto del brano.
Nella tua nuova canzone, racconti di un desiderio che più volte hai sentito di essere “meno fragile” e forse più “semplice”, meno riflessivo. E’ un pensiero che in effetti facciamo in tanti: la consapevolezza può essere un limite? Al punto da doverla ritenere indesiderabile?
A volte vorrei quasi essere uno stolto, non capire le parole e la loro forza (negativa). Sono da sempre cosi, forse però questa mia fragilità mi aiuta a raccontare aspetti che sono condivisi da altre persone. Spero in qualche modo di poter aiutare qualcuno con le mie canzoni, anche solo per un momento.
Quindi, alla fine, come ci si ripara da questo grande acquazzone che è la vita? Quale credi possa essere il giusto “ombrello”?
Ti direi la cosa più scontata di tutte che però forse tanto scontata non è, le persone che ci fanno stare bene. I rapporti umani, sono ombrelli sotto cui ripararsi da temporali improvvisi. Quelli speciali però, quelli che credono in noi e ci accompagnano durante la nostra vita.
Il tuo debutto avviene con una label che negli ultimi anni ha saputo dare alla scena diversi nomi di spicco. Cosa ti ha convinto a lavorare con La Clinica Dischi, dopo tanti anni di militanza nella scena indipendente nazionale?
Vedevo dai social che stavano lavorando molto bene e questo mi ha convinto a risentirli dopo tanto tempo (c’eravamo conosciuti qualche anno prima). Sono persone che amano questo lavoro, persone appassionate e lo fanno con una cura e un amore profondo.
E ora? I prossimi passi di Pas Mal?
Stiamo capendo i prossimi passi sul da farsi, sicuramente ci saranno altre canzoni a cui stiamo lavorando.
